Protestanti svizzeri più uniti?

L'assemblea della Federazione delle chiese evangeliche sancirà la nascita della Chiesa riformata in Svizzera

01 novembre 2019

(ve/gc) Dopo cento anni finisce un’era: con la prossima assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (FCES) i delegati delle 26 chiese cantonali membro della FCES si congederanno dall’organismo federativo fondato nel 1920, per sancire la nascita della nuova “Chiesa evangelica riformata in Svizzera” (CERS). Maggiore incisività sul piano nazionale e più unità nella diversità: questo lo scopo dichiarato della nuova costituzione ratificata dall’Assemblea FCES già l’anno scorso.

Gottfried Locher, presidente della FCES

Tuttavia, guardando al recente dibattito interno alle chiese evangeliche relativamente al tema del “matrimonio per tutti”, sembrerebbe prevalere la divisione, anziché l’unità. Anzi, a pochi giorni dal traghettamento dalla FCES alla CERS la strada sembra ancora tutta in salita.

Matrimonio per tutti: sì o no?
Pomo della discordia è l’opportunità o meno di sostenere il progetto di legge federale sul matrimonio per tutti, quindi l’apertura del matrimonio civile alle coppie omosessuali. Dal 2007 le coppie dello stesso sesso hanno accesso alla registrazione della loro unione, che tuttavia sul piano delle garanzie in campo patrimoniale e sociale non è del tutto equiparato al matrimonio.

Matrimonio per tutti (Segni dei Tempi RSI)

La prossima assemblea della FCES dovrebbe arrivare ad una presa di posizione condivisa sull’opportunità del matrimonio per tutti. Molte chiese cantonali hanno già dato il loro placet, ma nelle scorse settimane si è fatta sentire anche la voce degli oppositori. Ultima di una serie di azioni che hanno fatto discutere è stata quella di una sessantina di pastori riformati - una minoranza, ma rumorosa - che hanno espresso con una lettera la loro contrarietà, ribadendo che l’unione tra una donna e un uomo è l'unica ad essere legittimata teologicamente.

Non avete letto?
I contrari al matrimonio per tutti hanno adottato una dichiarazione teologica intitolata "Non avete letto?" (Mt 19,4), in cui esprimono l’impossibilità di benedire un’unione che non abbia l'approvazione di Dio, e che pertanto equivarrebbe ad un abuso del nome di Dio.
“Oggi ci troviamo di fronte a una forma di dittatura ideologica, nel senso di una teologia liberale, secondo la quale l'omosessualità corrisponde alla volontà di Dio", ha affermato Lukas Zünd, pastore della Chiesa riformata evangelica di Zurigo. Gottfried Locher (presidente FCES) ha persino affermato, il 17 agosto sul Tages-Anzeiger, che non si potrebbe fare diversamente”. In quell’intervista il presidente della FCES aveva anche affermato che il matrimonio non fa parte delle tematiche fondamentali della fede, pertanto la chiesa avrebbe potuto appoggiare un’eventuale apertura.

Due uomini, due donne (Segni dei Tempi RSI)

L'intervento di Locher non è stato apprezzato da tutti. Voci critiche sulle modalità della presa di posizione pubblica del presidente si erano levate anche nella Svizzera francese. La decisione presa a giugno alla scorsa assemblea FCES, metteva nero su bianco la necessità di riflettere ancora sulla questione e di rinviare la discussione a novembre, non di anticiparla sui giornali, hanno fatto notare alcuni. La richiesta dei contrari al matrimonio per tutti è quella di ritirare per ora la decisione in merito dagli ordini del giorno della prossima assemblea FCES.

L’amore ha il respiro lungo
La replica non si è fatta attendere. Il 29 ottobre pastori e pastore riformate della Svizzera tedesca hanno firmato un manifesto intitolato: “L’amore ha il respiro lungo” facendo riferimento alla Prima Lettera ai Corinzi (13,4-9). In poche ore ha raggiunto più di 130 adesioni. “Partendo dal principio dell’amore di Dio, nessuna rivelazione umana - e nemmeno teologica o esegetica - può mai essere motivo per la chiesa per rifiutare la benedizione a due persone responsabili che si amano”, si legge nel testo, che in diversi punti respinge al mittente quella che considera una “dottrina sbagliata”.

Abbassare i toni
Nel tentativo di abbassare i toni il pastore Bernd Berger della Chiesa riformata di Berna-Giura-Soletta, dalle colonne di diesseits.ch ha invitato a fare tutti un passo indietro: servono ascolto e rispetto reciproco. Sottolineando che la sua posizione favorevole al matrimonio per tutti scaturisce non da un atteggiamento “tollerante” verso gli omosessuali, bensì dalla necessità di riconoscere loro “pari diritti”, auspica che la chiesa continui a costuire ponti. Inoltre, per il pastore Berger va “riaffermato l’approccio teologico proprio delle chiese cantonali: quello cioè di un’ermeneutica biblica che si rifà alle Sacre Scritture non come verità atemporale, bensì come testimonianza di fede viva e vissuta, che - alla luce degli sviluppi sociali e scientifici - necessita di continua interpretazione”.

Non solo matrimonio per tutti
All’ordine del giorno della prossima assemblea figurano anche altri temi, tra cui il regolamento del nuovo sinodo della CERS, ancora da ratificare, nonché la questione della cura d’anime nei centri federali per i richiedenti l’asilo. Inoltre, ci saranno le elezioni per le cariche di due importanti enti delle chiese evangeliche quali la HEKS (Aiuto delle chiese evangeliche in Svizzera) e Pane per tutti.

Olav Fykse Tveit, segretario generale CEC

Ospite d’onore dell'ultima assemblea che traghetterà la FCES verso la CERS sarà il pastore norvegese Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), che prenderà la parola per parlare del movimento ecumenico oggi e domani.

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