Vietare le armi atomiche

Come si fa ad essere pacifisti in tempi bellicosi? E quanto dev'essere preso sul serio il discorso della montagna?

21 novembre 2019

(ve/pt) Nella base aerea dello Stormo33, a Büchel, nella Renania-Palatinato, sono depositate venti testate atomiche. Militanti pacifisti e attivisti cristiani hanno condotto un'azione di protesta, durata oltre venti settimane, contro la presenza di quegli ordigni. “In questa base", ha detto il pastore evangelico Matthias Engelke che ha partecipato all'organizzazione della protesta, "soldati tedeschi si esercitano a usare bombe atomiche. È contro questo che protestiamo". Intervenuta a Büchel, Margot Kässmann, ex presidente del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca (EKD), ha detto: “Non ci sono guerre giuste, solo la pace è giusta. E invitare alla pace è compito delle chiese”.
Oggi sia la Chiesa cattolica che quella protestante rifiutano l'impiego della violenza militare. Ma fanno delle eccezioni.

Le Chiese e la violenza
I vescovi cattolici tedeschi hanno scritto nella lettera pastorale “Pace giusta” del 2000 che la risposta violenta dello Stato deve essere presa in considerazione solo come “ultima ratio”, quando si sono esauriti tutti gli altri mezzi per difendere il diritto di uno Stato aggredito o i diritti umani fondamentali. Il Consiglio della EKD si è espresso con una formulazione simile nel documento del 2007 “Vivere della pace di Dio - assicurare una pace giusta”. Solo in caso di gravi attacchi di criminali potrebbe essere permesso l'uso di una risposta violenta, dato che “la forza del diritto di tutti non deve restare inerme di fronte al diritto del più forte”.

Manifestazione pacifista a Büchel

Ma che cosa significa questo concretamente? Gli interventi militari della comunità degli Stati occidentali in Afghanistan, in Iraq, in Siria e in Libia non hanno avuto successo. Non c'è traccia di benessere e democrazia in nessuno di quei paesi. Ci sono invece in bilancio centinaia di migliaia di morti, milioni di profughi, la nascita dell'Isis e molti miliardi di dollari di spese.
D'altra parte, bisogna anche chiedersi: la Germania avrebbe potuto essere liberata dalla dittatura nazista diversamente dall'uso della violenza militare? Bisogna stare a guardare senza far niente, quando avvengono massacri come a Srebrenica o in Ruanda, davanti agli occhi di tutti?

International Campaign to Abolish Nuclear Weapons ICAN

La corsa al riarmo
Attualmente, il mondo si concentra sul potenziamento degli eserciti. Secondo l'Istituto di ricerca per la pace Sipri di Stoccolma, nel 2018 sono stati spesi circa 1,8 miliardi di dollari per armamenti, cosa che non era più avvenuta in questa misura dalla fine della guerra fredda. Soprattutto gli USA e la Cina si riarmano. Non fa paura solo l'aumento delle armi. Aumenta anche il rischio di una catastrofe nucleare, ammoniscono cinque istituti di ricerca per la pace nella relazione del 2019.
In questa situazione la Chiesa protestante nel Baden fa la proposta di concepire la sicurezza in maniera diversa. Nel suo documento “Pensare in modo diverso la sicurezza. Da una politica di sicurezza militare ad una civile”, sviluppa uno scenario di come la Germania, possibilmente con un alto numero di altri paesi europei, passo dopo passo, potrebbe diventare una forza di pace solo civile. Il presupposto sarebbe trasformare in maniera profonda cinque ambiti nei prossimi vent'anni.

La pace in cinque punti
Primo: la Germania dovrebbe investire molto di più per l'eliminazione di fame e malattie, essere maggior contributore del programma per l'alimentazione mondiale dell'ONU, sostenere finanziariamente le iniziative per la difesa del clima e realizzare gli obiettivi climatici di Parigi.
Secondo: la Germania dovrebbe sostenere maggiormente gli Stati in Africa e nel Medio Oriente. Condizioni di vita migliori in quei paesi ridurrebbero i rischi di sicurezza per l'Europa. Inoltre verrebbe migliorata la cooperazione con l'Europa dell'est con l'istituzione di una zona economica comune da Lisbona a Vladivostok.
Terzo: le organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite e l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa) dovrebbero svolgere un ruolo maggiore. La Germania sarebbe maggiormente coinvolta in missioni di pace internazionali dell'ONU che dovrebbero essere organizzate solo come impegno di polizia.
Quarto: l'elaborazione dei conflitti deve diventare materia scolastica. I bambini devono imparare a riflettere sul proprio comportamento e ad immedesimarsi nelle altre persone. Anche per gli adulti ci dovrebbero essere simili offerte di formazione. Ci sarebbero équipe di meditazione interreligiose composte di cristiani, ebrei e musulmani, finanziate dalle diverse comunità religiose.
Quinto: viene prevista la fine delle esportazioni di armamenti ed una riduzione delle forze armate. Il materiale militare utilizzabile in ambito civile passerebbe ad un ente tecnico internazionale.

Gandhi pioniere della nonviolenza (Segni dei Tempi RSI)

Dalla Bibbia alla politica
Il documento della chiesa evangelica nel Baden ha anche un fondamento teologico: il discorso della montagna, più precisamente le parole di Gesù dal Vangelo di Matteo: “Amate i vostri nemici e pregate per coloro che vi perseguitano, affinché siate i figli del Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5.43-48). Rinunciare a rispondere con la violenza alla violenza? Può essere un fondamento per la politica? L'idea suscita paure primordiali. “Che cosa succederebbe se la Germania fosse attaccata?” È una domanda che viene posta molto spesso, spiega Stefan Maass, incaricato per la pace della Chiesa evangelica nel Baden. Lo scenario punta in questo caso su una “resistenza nonviolenta organizzata”. Un aggressore militare o un golpista ha bisogno della cooperazione della popolazione, ed essa gli può negare la collaborazione.

Proibire le armi atomiche
La Chiesa evangelica nel Baden propone alla discussione il documento “Pensare in modo diverso la sicurezza. Da una politica di sicurezza militare ad una civile” in un periodo in cui c'è una ripresa della corsa al riarmo, ma anche un rafforzamento della resistenza alla minaccia militare, in Germania, ma anche a livello mondiale. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deliberato il 7 luglio 2017 un trattato di diritto internazionale per il divieto di armi atomiche. Un trattato che entrerà in vigore se sarà ratificato da cinquanta Stati. In agosto si era giunti a 26. La campagna contro le armi nucleari Ican, che aveva sostenuto quel trattato, aveva ricevuto il premio Nobel per la pace nel 2017.
Anche le Chiese diventano più esplicite. La Commissione Giustizia e Pace, consigliera della Chiesa cattolica in questioni internazionali, ha chiesto in giugno di bandire le armi atomiche sulla base del diritto internazionale. La Chiesa evangelica nel Palatinato ha chiesto alla EKD di inviare un chiaro messaggio al governo tedesco affinché ratifichi la disposizione per il divieto delle armi atomiche. A quel punto le armi atomiche dovrebbero essere tolte da Büchel. (da Publik Forum; adat. P. Tognina)

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