Chiese sempre più digitali?

A Zurigo il tema della digitalizzazione coinvolge l'ambito accademico e quello ecclesiastico

29 ottobre 2019

(ve/gc) Gli effetti della digitalizzazione sulle nostre società sono da tempo oggetto di ricerca accademica. Ora i ricercatori si stanno occupando anche degli effetti che le nuove tecnologie possono avere in ambito ecclesiastico e spirituale. La Facoltà di teologia dell’Università di Zurigo ha istituito un gruppo di ricerca interdisciplinare «Digital Religion(s)», guidato dal docente di teologia pratica Thomas Schlag del Centro per lo sviluppo ecclesiastico, e dall’esperto di etica Markus Huppenbauer, del Centro per Religione, Economia e Politica dell’Università di Zurigo.

Thomas Schlag

L’idea è quella di mettere in rete dei ricercatori svizzeri e stranieri di diverse discipline come scienze delle religioni, scienze islamiche, scienze della comunicazione, scienze politiche, sociologia, psicologia, economia, robotica, giurisprudenza, e altre.

Individui, comunità, teologie
La ricerca, rivolta soprattutto a tre ambiti, intende indagare in primo luogo le pratiche religiose digitali di singoli individui, come per esempio l’utilizzo di forum online per l’elaborazione del lutto, o la cura d’anime digitale, o ancora i rituali di preghiere 2.0. La varietà digitale porta con sé anche nuove forme religiose? Chi si fa coinvolgere e a quale velocità? In che misura queste pratiche rappresentano una sfida per la libertà di espressione, e quanta sperimentazione creativo-religiosa mette in campo?

Markus Huppenbauer

Un secondo ambito di ricerca si concentra sulle pratiche religiose delle comunità. Molte chiese hanno un loro profilo sulla rete, ma come vi rappresentano le proprie convinzioni? La “comunicazione del Vangelo” subisce dei cambiamenti? In che misura la digitalizzazione mette in discussione le figure dei responsabili ecclesiastici? Di fronte alle nuove possibilità che il digitale offre, chi può arrogarsi la definizione di cosa è religione e cosa è fede?
Il terzo ambito si occupa di questioni etiche e teologiche. Internet, con la sua onnipresenza e onniscienza, può diventare esso stesso un nuovo Dio? Come gestire nuovi usi e costumi come la benedizione impartita da un robot? Di fronte alla sterminata memoria digitale, possiamo pretendere di avere un diritto fondamentale non solo all’oblio, ma anche al perdono?

Un nuovo social: RefLab
A Zurigo la Chiesa evangelica riformata (RefZH) lancia il progetto “RefLab”: si tratta di un laboratorio digitale a carattere social. Scopo è quello di costruire una piattaforma sulla quale anche persone lontane dal mondo delle chiese possano interagire relativamente a questioni teologiche, etiche e sociopolitiche. Uno spazio di ascolto e scambio, teso al mutuo apprendimento. Il progetto è sotto la tutela del Dipartimento della RefZH Lebenswelten e sostituirà il Dipartimento “Educazione e cultura”.

Dossier di Voce Evangelica
Il mensile “Voce Evangelica” di novembre - in uscita in questi giorni - dedica il suo dossier di approfondimento al tema dei social media nel mondo delle chiese. Ormai non è più una rarità incontrare pastori o pastore attive su Facebook e Twitter, ma anche su Instagram e altre piattaforme social. Parimenti, molti membri di chiesa si muovono in questi spazi virtuali, costituendo delle community che hanno ricadute tutt’altro che virtuali. Che uso ne fanno e cosa succede a livello delle chiese? Per saperne di più è possibile richiedere una copia del mensile cartaceo scrivendo a: voceevangelica@bluewin.ch

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