Il Nansen ai corridoi umanitari

A Roma la cerimonia di conferimento del Premio per i rifugiati dell’UNHCR: “Un progetto che salva vite”

28 settembre 2019

(Gaëlle Courtens) “La vostra è stata un’idea brillante”: con queste parole Roland Schilling, rappresentante regionale UNHCR per il Sud Europa, ha conferito il Premio Nansen per la regione europea ai promotori del progetto ecumenico dei “corridoi umanitari”. Nato in Italia alla fine del 2015 da un sodalizio tra società civile ed istituzioni governative, il progetto ha permesso a 2.700 profughi di giungere in Italia in legalità e sicurezza, senza alimentare il business degli scafisti.

Salvare vite
“Il vostro è un progetto che salva vite”, ha aggiunto Schilling rivolto ai premiati: pastore Luca Maria Negro, Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI); Alessandra Trotta, moderatora della Tavola Valdese; Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio e Oliviero Forti della Caritas Italiana. “Persone che non trovano soluzioni alla loro situazione disperata, sono pronte a tutto. Ecco che i corridoi offrono un’alternativa ai viaggi della morte. Grazie al vostro lavoro avete permesso ai vostri beneficiari di riconquistarsi la dignità”, ha concluso Schilling.

Cerimonia di premiazione

Premio Nansen
La cerimonia di conferimento del Premio - considerato il Nobel di chi si è distinto a favore di rifugiati - si è svolta presso la residenza dell’Ambasciatrice norvegese a Roma, Margit F. Tveiten, in collaborazione con la Rappresentanza svizzera in Italia: i due paesi sono i principali finanziatori del Premio che ammonta a 100'000 euro, e che prende il nome dal primo Alto Commissario per i rifugiati dell’allora Lega delle Nazioni, il norvegese Fridtjof Nansen (1861-1930), Premio Nobel per la Pace, che si spese per il ritorno a casa dei prigionieri dopo la Prima guerra mondiale, e per i rifugiati armeni.

Il Premio Nansen

Incoraggiamento e prospettive
“Questo Premio ci incoraggia a proseguire su questa strada - ha detto Alessandra Trotta, prendendo in consegna la targa del Nansen Refugee Award -. La nostra speranza è che la nostra buona pratica possa trasformarsi in una politica strutturale dell’Unione europea. È ora che l’esperienza, che ha coinvolto in modo virtuoso chiese, società civile ed istituzioni governative, faccia un salto di qualità”. Marco Impagliazzo ha ribadito a voceevangelica.ch che i premiati hanno già lanciato al governo italiano la proposta di un corridoio umanitario europeo per evacuare i profughi intrappolati in Libia.

Corridoi e soccorso in mare
“La FCEI non si limita a praticare l’accoglienza attraverso i corridoi umanitari, ma collabora anche con le ONG di soccorso in mare - ha precisato Negro, ricordando come l’idea dei corridoi sia nata a Lampedusa -. Per noi i corridoi e i salvataggi in mare non sono affatto incompatibili. Fanno parte del comandamento evangelico dell’accoglienza: filoxenia, una parola biblica, l’amore per lo straniero, che è l’opposto della xenofobia”.

A quando i corridoi in Svizzera?
Da tempo la HEKS, l’Aiuto delle chiese evangeliche in Svizzera, insieme all’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR), chiede di onorare la tradizione umanitaria elvetica creando vie di fuga legali e sicure. Con una petizione, depositata l’anno scorso a Palazzo Federale, chiedeva 10'000 arrivi all’anno. Alla domanda se la Svizzera - che ospita a Ginevra il quartier generale dell’UNHCR - intenda introdurre un modello simile ai corridoi umanitari, l’Ambasciatrice Rita Adam, a voceevangelica.ch ha detto: “Vedremo. Intanto siamo molto contenti di dare visibilità a questa iniziativa, e di promuovere in Svizzera un’altra impressione di quello che sta succedendo in Italia”.
E proprio nel giorno della consegna del Nansen, all’aeroporto di Roma-Fiumicino sono arrivati 91 siriani dal Libano - la metà dei quali minori -, che insieme ai volontari, operatori e alle forze dell’ordine hanno festeggiato il Premio Nansen con una torta speciale, appositamente confezionata per l’occasione.

Simone Scotta, operatore Corridoi umanitari

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