La scoperta dell'ottavo continente

Cinquant’anni fa un essere umano metteva piede per la prima volta sulla Luna, l’astro che occupa un posto di grande rilievo nel nostro immaginario

14 settembre 2019

(Louis Fraysse) Se il Sole regna sovrano sui nostri giorni, è la Luna che veglia sulle nostre notti. Alternativamente disco lucente e sottile falce d’argento, accompagna da sempre la specie umana. Che si viva su un’isola sperduta o nella più luminosa delle megalopoli, ci è talmente familiare che spesso nemmeno la notiamo più. Soltanto le notti di Luna piena sembrano strapparci all’indifferenza nei suoi confronti.

La Luna e i suoi miti
La Luna, tuttavia, è una componente di tutte le cosmogonie umane, quei miti fondatori che raccontano la nascita del mondo e dell’umanità. Nel suo libro La Lune est un roman (“La Luna è un romanzo”) l’astrofisica Fatoumata Kébé scrive: “La Luna è all’origine di tutti i miti, di tutte le religioni perché è sempre stata lì. È rimasta la stessa da quando l’umanità esiste”. Rileggere questi racconti è mantenere un contatto, per quanto tenue, con il mondo così come lo vedevano i nostri lontani antenati.

Le voyage dans la lune, di George Méliès

La Luna dei cinesi
Prima constatazione: in tutte le cosmogonie la Luna non è mai molto distante dal suo alter ego, il Sole, oggetto di culto di numerosi popoli, dagli Egizi agli Inca. Nell’antica Cina un celebre mito ricorda che all’inizio dei tempi dieci Soli ruotavano intorno alla Terra. Ognuno di essi appariva a turno per illuminare il mondo. Un giorno, però, si levarono tutti contemporaneamente. La temperatura salì, la terra arse, gli esseri umani erano disorientati. Yi, un noto arciere, afferrò il suo arco e abbatté nove dei dieci Soli. Come ricompensa ricevette un elisir d’immortalità.

La Luna sulla Grande Muraglia

Giunta la notte, sua moglie Chang’e non seppe resistere alla tentazione di bere la pozione. Si sentì leggera, sempre più leggera, fino a levarsi in cielo e raggiungere la Luna. Immortale, è ormai lì che vive, accompagnata da una lepre che ha l’incarico di prepararle l’elisir d’immortalità.
Una lepre sulla Luna? Anche gli Aztechi ne rivelarono la presenza nelle macchie scure della luna. Notiamo a titolo di aneddoto che le sonde spaziali cinesi portano il nome di… Chang’e.

Il fratello della Luna
In molte altre culture il Sole e la Luna sono fratello e sorella, ad esempio per i Romani e per gli Scandinavi. Per i Fon del regno di Dahomey (l’attuale Benin) i due astri, considerati gemelli, formano una coppia divina inseparabile, Mawu-Liza, la cui unione evoca l’equilibrio dell’universo.
Sebbene la maggior parte delle divinità lunari siano di sesso femminile esistono eccezioni. Uno degli dèi più venerati della civiltà sumera, nell’antica Mesopotamia, è Nanna, dio della Luna.

La Luna è all’origine di tutti i miti, di tutte le religioni perché è sempre stata lì

Nel pantheon nordico la divinità lunare, Máni, è di sesso maschile, mentre quella del Sole, Sól, è di sesso femminile. L’uno e l’altra percorrono il cielo nel proprio carro, inseguiti da lupi feroci. Questo li condanna a non fermarsi mai: da qui l’eterno avvicendarsi dei giorni e delle notti. Ancora oggi, in tedesco, die Sonne, il Sole, è di genere femminile, mentre la Luna, der Mond, è di genere maschile.

Scandire il tempo
Nella mitologia greca la Luna non è incarnata da una sola dea, ma da tre, con ognuna di esse a personificare una fase lunare. Artemide per la fase crescente, la luminosa Selene per la luna piena e l’inquietante Ecate per la luna nuova, quando il nostro satellite, invisibile, sembra aver lasciato il cielo.

Questi tre volti dell’astro sottolineano una delle sue caratteristiche essenziali per le società umane: scandire il tempo che passa. “In tutte le epoche, in tutte le civiltà, la Luna è stata la padrona del tempo”, nota Fatoumata Kébé. Come spiegarlo? Al contrario del Sole, abbagliante, è possibile guardarla direttamente.

La Luna e il tempo
Le fasi lunari, peraltro, hanno una regolarità metronomica, con un ciclo che si rinnova ogni 29,53 giorni. D’altronde in molte lingue indoeuropee un’unica parola indicava tanto il mese quanto la luna. In francese la parola mois deriva dal latino mensis, che indica il mese lunare.
Oggi, tra i musulmani, l’apparizione della luna crescente segna l’inizio di un nuovo mese. È la Luna e non il Sole a segnare ogni anno l’inizio del ramadan.

Nell’Antico Testamento la Luna viene creata da Dio il quarto giorno, con il Sole

Il suo ruolo nella misurazione del tempo è menzionato più volte nella Bibbia. Il Salmo 104 afferma per esempio che Dio “ha fatto la luna per stabilire le feste”. E in particolare la festa principale per i cristiani, Pasqua, che per protestanti e cattolici si celebra la domenica successiva alla prima luna piena di primavera.

Apollo 11 (trailer)

Di umore lunatico
Luna piena, ecco pronunciata la formula magica. Questa fase lunare si trascina dietro la sua buona dose di credenze, particolarmente persistenti - era la luna piena, dopotutto, che trasformava gli uomini in lupi mannari. Chiedete in giro: c’è da scommettere che tra le persone a voi care non siano pochi coloro che vi confesseranno di non dormire bene durante le notti di luna piena.
Circolano anche altri racconti: i pronto soccorso sarebbero congestionati a causa dell’accresciuta aggressività di alcune persone. Il termine lunatico, che indica una persona d’umore mutevole, riecheggia quest’idea dell’influenza perniciosa della Luna su certe persone.

In inglese un lunatic è un pazzo, un matto da legare

Un’altra idea ben radicata vuole che durante la luna piena ci sia un sensibile aumento delle nascite. Uno studio del 2005 a questo riguardo, condotto prendendo in esame 500.000 nascite, non ha tuttavia rilevato alcuna variazione nel numero di parti in funzione delle diverse fasi lunari. Ma le credenze sono coriacee, corroborate dall’astrologia che assicura che il nostro comportamento dipende dalla posizione degli astri. “Alcuni astrologi", ci informa infatti il sito pleinelune.fr, "affermano che facendo riferimento alla posizione della Luna è possibile determinare in che modo una madre si occuperà dei propri figli”.

La Luna e i complotti
Mentre alcune di queste credenze sembrano innocue, ve ne sono altre che sanno di cospirazionismo. Una delle più celebri teorie complottiste afferma che in realtà l’uomo non ha mai messo piede sulla Luna. I primi passi di Neil Armstrong, il 20 luglio 1969, sarebbero stati filmati in uno studio, probabilmente da Stanley Kubrick, che guarda caso aveva appena finito di girare 2001: Odissea nello spazio. Poco importa che gli argomenti a sostegno di questa tesi (la bandiera americana sventola al vento, le ombre non sono allineate, non si vedono stelle nel cielo…) siano state tutte invalidate: non c’è nulla da fare, il mito è duro a morire.

Le teorie del complotto (Segni dei Tempi RSI La1)

Un’altra teoria ritiene che la Luna, così come la vediamo, sia un ologramma. Anche in questo caso ci starebbero mentendo. Perché un ologramma? O perché la Luna non esiste, o perché permetterebbe di mascherare l’esistenza di basi militari americane ultrasegrete (le quali, detto per inciso, proverebbero che l’uomo sulla Luna c’è stato, ma questa è un’altra storia).

Queste tesi cospirazioniste sarebbero un modo per restituire la sua parte di mistero alla Luna, che cela il suo lato oscuro e sulla cui popolazione ci si è a lungo interrogati? “Camminare sulla Luna era un sogno di tutta l’umanità”, afferma Bernard Foing, astrofico all’Agenzia spaziale europea. “Non penso affatto che Apollo 11 abbia ucciso quel sogno. Ormai sappiamo che la Luna è figlia della Terra. Ci ha insegnato molto, ma ha ancora tanto da insegnarci. La Luna è oggi il nostro ottavo continente e il 21.esimo secolo, ne sono persuaso, sarà quello dello spazio”. (da Réforme; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

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