L'Amazzonia divide i cristiani

In Brasile protestanti e cattolici denunciano la politica ambientale del governo. Gli evangelicali, alleati del presidente Jair Bolsonoaro, mantengono il silenzio

03 settembre 2019

(Eduardo Campos Lima) La controversia ha avuto inizio a luglio, quando Jair Bolsonaro ha contestato la veridicità dei dati che mostrano il crescente tasso di deforestazione dell’Amazzonia. L’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile (INPE) aveva allora segnalato che a luglio del 2019 la devastazione dell’Amazzonia era aumentata del 278% rispetto a luglio dell’anno precedente. I commenti del presidente brasiliano hanno portato al licenziamento di Ricardo Galvão, il fisico a capo dell’istituto.

Jair Bolsonaro ignora gli allarmi

Disboscamento e interessi economici
Gli incendi forestali sono frequenti in Amazzonia durante la stagione secca, ma ci sono prove di atti criminali perpetrati da grandi proprietari fondiari della regione che usano gli incendi per disboscare la zona ed estendere i loro terreni agricoli. La rivista brasiliana “Globo Rural” ha pubblicato di recente un articolo su un gruppo di agricoltori e di minatori dello Stato amazzonico di Pará che ha usato un’applicazione di messaggistica per convocare una “giornata del fuoco”.

Grandi latifondisti usano gli incendi per disboscare ed estendere i loro terreni agricoli

Secondo la rivista, il 10 agosto gli uomini assunti dal gruppo hanno dato fuoco a una grande riserva, provocando l’incendio più vasto della storia dello Stato. Il loro scopo era di protestare contro le attuali leggi ambientali e di manifestare il proprio sostegno ai piani di Bolsonaro volti a ridurre le restrizioni imposte alle imprese nella regione. Il presidente brasiliano ha a sua volta accusato le organizzazioni non governative di aver provocato gli incendi nella foresta, senza citare alcuna prova, ma sostenendo che le ONG vogliono fomentare l’opposizione contro di lui e il governo brasiliano.

Cristiani contro il governo
Il 22 agosto il Forum ecumenico ACT Brasile, un consiglio di confessioni protestanti e cattoliche, ha pubblicato una dichiarazione nella quale afferma che i politici dell’amministrazione Bolsonaro “hanno portato a un’ondata di devastazione ambientale” in questo paese. All’indomani la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile ha pubblicato una dichiarazione, ma senza fare il nome del presidente: “Non è il momento di fare riflessioni o tenere discorsi assurdi”. Anche i vescovi hanno tuttavia chiesto un intervento urgente volto a salvare una “regione cruciale per l’equilibrio ecologico del pianeta”.

I vescovi cattolici dell’Amazzonia, riuniti nello Stato di Pará in preparazione del prossimo Sinodo per la regione Panamazzonica che si terrà in Vaticano a ottobre, hanno ribadito la centralità della difesa dell’Amazzonia e delle sue popolazioni. All’inizio di quest’anno l’attivismo della Chiesa cattolica per la difesa della foresta tropicale ha suscitato sospetti tra membri dell’amministrazione Bolsonaro, che temevano che potesse agire come un gruppo di “opposizione di sinistra”.

Silenzio evangelicale
Dall’inizio della crisi le organizzazioni evangelicali, che rappresentano circa il 22% dei brasiliani, non hanno fatto alcuna dichiarazione pubblica sui timori di deforestazione. Mentre la settimana scorsa piccoli gruppi di evangelicali hanno preso parte a manifestazioni nelle strade di São Paulo e in altre città contro la distruzione dell’Amazzonia, i più grandi organismi evangelicali, come l’Assemblea di Dio e la Chiesa universale del Regno di Dio, hanno preferito ignorare il problema.

Il Brasile, gli evangelicali e Bolsonaro (Segni dei Tempi RSI La1)

Il pastore luterano Inácio Lemke, presidente del Consiglio nazionale delle chiese cristiane in Brasile, ha affermato che nessun cristiano deve tacere sulla distruzione dell’Amazzonia. “Il Brasile dovrebbe essere un paese cristiano, ma molti brasiliani sembrano accettare una violenza estrema. Il blocco evangelicale sostiene quelli dei proprietari fondiari e delle armi da fuoco. Non hanno un autentico impegno nei confronti del Vangelo”.

L’alleanza con Bolsonaro
Alcuni osservatori politici hanno fatto eco alle critiche di Inácio Lemke. “A causa della loro alleanza con Jair Bolsonaro gli evangelicali hanno cominciato a opporsi alla protezione dell’ambiente. Hanno assimilato l’idea che l’ecologia sia un mascheramento dei comunisti e dei leader internazionali che vogliono impossessarsi dell’Amazzonia in Brasile”, ha dichiarato Renan William dos Santos, ricercatore all’Università di São Paulo che studia il rapporto dei cristiani con l’ecologia.

Pentecostali. La forza dello Spirito (Segni dei Tempi RSI La1)

Gli evangelicali hanno una presenza significativa nel gabinetto di Bolsonaro e al Congresso. Sui 513 seggi della Camera dei deputati (camera bassa) oltre 100 legislatori si riconoscono come evangelicali e molti di loro sono pastori e leader nelle proprie congregazioni. “Il blocco evangelicale ha un’alleanza di vecchia data con il blocco dei proprietari terrieri”, precisa Cleber Buzatto, che dirige il Consiglio missionario indigeno, una commissione della conferenza episcopale che lavora con le popolazioni indigene in Brasile. “Sulle questioni morali i proprietari fondiari hanno la tendenza a schierarsi con gli evangelicali; quando sono in gioco questioni fondiarie e ambientali gli evangelicali si schierano con i proprietari fondiari”.

Sulle questioni morali i proprietari fondiari hanno la tendenza a schierarsi con gli evangelicali

Dal 2011 Cleber Buzatto segue gli sviluppi della legislazione in corso d’esame al Congresso e vigila su tutte le misure che potrebbero essere pregiudizievoli per le popolazioni autoctone. La settimana scorsa i legislatori hanno discusso un progetto di legge che consentirebbe agli agricoltori non autoctoni di coltivare parti di riserve autoctone attualmente protette, il che potrebbe contribuire alla deforestazione. “Nel corso della discussione uno dei leader del blocco evangelicale ha pronunciato un discorso che faceva eco agli argomenti contro le ONG del presidente Bolsonaro e dei proprietari fondiari”, rivela Cleber Buzatto. Il voto sul progetto di legge è attualmente sospeso.

La deforestazione avanza

Secondo William dos Santos la posizione evangelicale sull’Amazzonia è influenzata da una visione apocalittica del mondo. “Dal punto di vista evangelicale non serve a nulla lottare contro i grandi problemi ecologici, dal momento che il mondo sta per finire e che questi problemi sono i segni dei tempi. Molti si rifiutano anche di impegnarsi in un’analisi sistemica quando si tratta di questioni ambientali.

Manifestazione ecologista in Brasile

Il pastore Leonardo Cortez, leader di una congregazione dell’Assemblea di Dio nella città amazzonica di Cacoal, afferma che gli incendi di quest’anno non sono così vasti come negli anni passati - sebbene i dati dimostrino il contrario. Ritiene inoltre che le cause degli incendi siano naturali. “Con meno umidità e il caldo intenso gli incendi si verificano naturalmente”, ha detto all’agenzia di stampa RNS. Il pastore, che non vede alcuna contraddizione nell’allineamento politico degli evangelicali con Bolsonaro, ha dichiarato che la crisi attuale è stata amplificata da persone con convinzioni economiche e politiche divergenti rispetto a quelle dell’amministrazione.
“I militanti ecologisti non capiscono che noi traiamo dalla terra gran parte dei nostri mezzi di sussistenza e dei prodotti che il Brasile esporta. Bisogna quindi trovare un equilibrio”.
La scorsa settimana il governo ha annunciato una serie di misure per lottare contro gli incendi in Amazzonia, in particolare il dispiegamento di truppe militari nella regione. (RNS/ProtestInter; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

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