Matrimonio per tutti: sì o no?

Non c’è unanimità tra le chiese cantonali evangeliche relativamente all’iniziativa parlamentare che intende aprire la possibilità a tutti e tutte di sposarsi civilmente

27 luglio 2019

(ve/gc) Molte chiese membro della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (FCES) sono a favore di un’ampia o completa parità di trattamento delle coppie eterosessuali e omosessuali a livello giuridico ed ecclesiastico; altre sono invece ancora in fase di chiarimento. È quanto ha fatto sapere in sede di consultazione il Consiglio della FCES lasciando di fatto in sospeso la questione del “Matrimonio per tutti”.

In Svizzera, ad oggi, le persone omosessuali possono registrare la loro unione, ma non possono accedere al matrimonio. La proposta di legge permetterà, se approvata, anche alle coppie omosessuali di sposarsi, come peraltro succede già in Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Danimarca e Islanda.

Superare la discriminazione?
A marzo la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale aveva posto in consultazione il progetto preliminare in merito all’iniziativa avanzata nel 2013 dalla consigliera nazionale Kathrin Bertschy (verdi liberali), tesa al superamento dell’”unione domestica registrata” introdotta nel 2007 riservata alle sole coppie omosessuali. Un atto civile che non garantisce gli stessi diritti e non prevede gli stessi doveri delle coppie eterosessuali unite in matrimonio.

Due uomini, due donne (Segni dei Tempi RSI La1)

Chi in Svizzera contrae una ”unione domestica registrata” è di fatto discriminato in diversi ambiti, primo fra tutti nella possibilità di accedere all’adozione di figli non biologici. Altre differenze sussistono in ambito patrimoniale, sul fronte della naturalizzazione facilitata o della rendita per superstiti, ma anche nell’accesso alla procreazione medicalmente assistita. Naturalmente, non s'intende prescrivere alle chiese e ad altre comunità religiose chi dei loro membri possa presentarsi "davanti all'altare": questo continueranno a stabilirlo esse stesse.

L'opinione della Federazione delle chiese evangeliche
La procedura di consultazione sull’iniziativa parlamentare “Matrimonio per tutti” si è chiusa il 21 giugno. Al processo di consultazione ha preso parte anche il Consiglio della FCES. Avendo ottenuto una proroga del termine, la FCES ha trasmesso il suo parere il 7 luglio alla Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale.

Matrimonio per tutti? (Segni dei Tempi RSI La1)

Nella sua missiva ha ribadito di essere sostanzialmente favorevole a “tutte le misure legislative atte a tutelare singoli e gruppi da ingiustificate discriminazioni, svalorizzazioni e stigmatizzazioni”.
Il Consiglio della FCES, tuttavia, non ha potuto dire di più, non essendo scaturita una posizione chiara dall’ultima Assemblea dei delegati delle chiese cantonali svoltasi a metà giugno a Winterthur.

Assemblea FCES a Winterthur

Siamo voluti da Dio così come siamo stati creati

In quella sede, però, i delegati hanno dato un’importante indicazione di massima approvando all’unanimità la seguente dichiarazione: “Siamo voluti da Dio così come siamo stati creati. Non possiamo scegliere il nostro orientamento sessuale. Lo percepiamo come espressione di ricchezza creativa”. Una posizione che prende chiaramente le distanze dai movimenti religiosi che cercano ad esempio di “guarire” gli omosessuali.
Sulla questione più complessa del “Matrimonio per tutti” il Consiglio della FCES ha dovuto rinviare il dibattito alla prossima Assemblea dei delegati delle chiese cantonali.

Protestanti favorevoli
La Chiesa riformata del Canton Zurigo e le Donne evangeliche in Svizzera (EFS), hanno risposto alla procedura di consultazione pronunciandosi a favore dell’iniziativa parlamentare. Le due realtà ecclesiastiche hanno inoltre espresso la neccessità per le coppie lesbiche di accedere alla donazione di sperma. Tutte e due hanno accolto con favore anche la possibilità per le coppie dello stesso sesso di adottare un figlio non biologico.

Nella tradizione riformata - spiega la Chiesa zurighese in un comunicato stampa del 9 luglio - il matrimonio non è un sacramento, bensì un atto di benedizione e di intercessione. Secondo il Consiglio di chiesa, pertanto, non ci sarebbe alcun ostacolo al riconoscimento del “matrimonio per tutti”, anche come presupposto per un matrimonio in chiesa. L’apertura del matrimonio alle coppie omosessuali, non soltanto è da accettare, ma è auspicabile. E aggiunge: la tutela del matrimonio non dovrebbe riguardare un “matrimonio naturale tra uomo e donna”, come chiedono per esempio ambienti cristiani conservatori. L’istituzione laica del matrimonio dovrebbe tutelare piuttosto le relazioni vincolanti e gli eventuali bimbi che nascono o che vivono in esse. Rendere possibile il “matrimonio per tutti” sarebbe perciò una misura anche nell’interesse superiore dei minori.

Divergenze all'interno della Federazione
Per il Consiglio della FCES, sia la questione giuridica concernente il “matrimonio per tutti”, sia la questione liturgica concernente il matrimonio per tutti in chiesa, richiedono una “risposta unanime da parte delle chiese”. È altresì importante che le differenze teologiche e liturgiche all’interno delle chiese non vengano livellate, spiega la FCES. Il dibattito a riguardo sarà all’ordine del giorno delle prossime Assemblee dei delegati e richiederà ancora un po’ di tempo.
Intanto, la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale ha deciso di prorogare di ulteriori due anni, sino alla sessione estiva del 2021, il termine per l'elaborazione di un progetto legislativo.

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