A chi appartiene l’eucaristia?

Una proposta autorevole per praticare l'ospitalità eucaristica superando gli ostacoli e guardando all'essenziale

27 luglio 2019

(Gaëlle Courtens) L’eucarestia è “un momento di unione fra i cristiani e non può perciò essere occasione di divisione”. Ne sono convinti due illustri teologi come il pastore valdese Paolo Ricca e il sacerdote cattolico Giovanni Cereti, che tornano sul delicato tema dell’ospitalità eucaristica, formalmente non prevista nella dottrina della chiesa cattolica romana, ma che da anni viene di fatto praticata in condizioni di “semi-clandestinità”, con il rischio di scomunica per il parroco che l’amministra.

Paolo Ricca

La mancata ospitalità eucaristica è spesso fonte di sofferenza soprattutto per le coppie interconfessionali. A livello locale, regionale e mondiale se ne stanno occupando da anni diverse commissioni di dialogo ecumenico, ma sul cammino verso l’unità visibile dei cristiani l’ospitalità eucaristica - o l’“intercomunione” - rimane un nodo teologico ancora irrisolto.

Giovanni Cereti

La Cena non è nostra
Dalle colonne del periodico “Ospitalità Eucaristica” - foglio di collegamento tra realtà che si interessano di esperienze, eventi e testi su questo tema spinoso - i due teologi lanciano una proposta, guardando all’essenziale. Intanto mettono subito in chiaro che “la Cena è ‘del Signore’ e non delle chiese”, pertanto è Gesù ad invitare i suoi ospiti ed è lui a presiedere la mensa. Inoltre, fanno notare Ricca e Cereti, “la comunione che Egli ci dona è unicamente quella del pane, ‘suo corpo’; del vino, ‘suo sangue’; della sua santa Parola e della sua Presenza”, e soprattutto va preso in considerazione il fatto che “né Gesù, né gli apostoli hanno spiegato il significato esatto da dare alle sue parole durante la Cena, né hanno chiarito il modo della presenza di Cristo Risorto”.

Le diverse dottrine di interpretazione dei gesti, delle parole e della presenza di Gesù nella Cena hanno tutte un loro significato e valore, ma non sono costitutive della Cena

Per una comunione allargata
“Ci sono i margini di una comunione molto più ampia di quelli che vengono attualmente riconosciuti”, ha dichiarato a Voce evangelica il teologo valdese Paolo Ricca, che vede l'ospitalità eucaristica come uno dei punti fondamentali per cominciare a ricreare una “comunione cristiana allargata”. Per Ricca tutto ruota intorno al problema: “cosa costituisce la Cena del Signore? Io sostengo che la Cena del Signore è costituita dal pane, dal vino e dalle parole di Gesù. Tutte le liturgie contengono questi tre elementi, tutto il resto è sovrastruttura, costruzione teologica, legittima, certo, ma mi impedisce questo di avere comunione con te? No, perché ciò che costituisce la comunione con te non è la ‘dottrina del pane’, ma è il pane”.

Per creare una comunione cristiana che sia inclusiva e che abbia Cristo al centro, spiega ancora Ricca, dobbiamo essere in grado di accantonare “tutte le infinite dottrine costruite nei secoli e che non ci sono nella Sacra Scrittura”. E, andando indietro di 2000 anni, conclude: “i primi cristiani erano in comunione piena tra di loro pur in una pluralità di esperienze, di posizioni, di affermazioni che è quella pluralità che deve essere riconosciuta come valida, come legittima, come necessaria, anzi”.

Dobbiamo essere in grado di accantonare tutte le infinite dottrine costruite nei secoli e che non ci sono nella Sacra Scrittura

Adesioni al documento
Il documento di Paolo Ricca e Giovanni Cereti intitolato “La Cena del Signore” è stato pubblicato nel numero 9 del periodico online “Ospitalità Eucaristica” ed è co-firmato da una dozzina di pastori, pastore, teologi e preti, tutti d’accordo nell’affermare che “ad ogni persona cristiana battezzata sia possibile, in obbedienza alla propria coscienza e rimanendo in piena solidarietà con la propria chiesa, essere accolta come gradito ospite in ogni mensa cristiana in cui si celebri la Cena del Signore”. Cena del Signore che, in ambito cattolico, è perlopiù definita “eucaristia” e, in ambito protestante, “Santa Cena”.

Hanno firmato il documento: Maria Bonafede, pastora valdese; Daniele Garrone, teologo valdese; Andrea Grillo, teologo cattolico; Lidia Maggi, pastora battista; Carlo Molari, teologo cattolico; Fredo Olivero, prete cattolico; Emmanuele Paschetto, pastore battista; Giuseppe Platone, pastore valdese; Antonietta Potente, teologa cattolica; Felice Scalia, prete cattolico; Antonio Squitieri, pastore metodista; Kirsten Thiele, pastora luterana.

L’intervista integrale a Paolo Ricca sui nodi teologici ancora irrisolti per giungere ad una piena unità tra cristiani, sarà trasmessa il 18 agosto a “Chiese in diretta”, rubrica settimanale radiofonica in onda alle 8.30 sulla Rete Uno della RSI.

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