James Irwin dalla Luna al pulpito

Le missioni lunari hanno sempre avuto anche un lato spirituale - un astronauta vi sperimentò persino la conversione

19 luglio 2019

(Hans Herrmann) Sono trascorsi 50 anni da quando Neil Armstrong mosse i primi passi sulla superficie della Luna. Allora andavo all’asilo e sapevo già contare molto bene alla rovescia. Sapevo farlo persino in una lingua straniera: ten, nine, eight… Perché prima del lancio di un razzo qualcuno nel centro di controllo è solito contare da dieci a zero in inglese. Anche noi bambini volevamo essere in grado di farlo - 50 anni fa -, quando l’America annunciò il primo allunaggio con equipaggio nella storia dell’umanità e il mondo intero fu in fibrillazione.

Saltelli sul tappetino
Potei seguire l’allunaggio in diretta dai vicini che possedevano un apparecchio televisivo. Gli spettrali saltelli degli astronauti sulla superficie lunare mi fecero una profonda impressione. Il giorno dopo cercammo di simularli sul tappetino di gommapiuma del vicino campo sportivo.

Rimasi affascinato e mi feci raccontare un po’ di tutto dagli adulti. Appresi tra l’altro che il “padre del viaggio sulla Luna” non era l’astronauta Neil Armstrong, bensì il costruttore di missili tedesco Werner von Braun. Per me era l’inventore più brillante di tutti i tempi. Soltanto molto più tardi venni a sapere che da giovane aveva sviluppato per i nazisti armi di rappresaglia con propulsione a razzo. A un’età in cui capii anche che il volo sulla Luna era una questione ideologica, una prestigiosa competizione nella guerra fredda tra l’Unione Sovietica comunista e l’America capitalista.

Paura, soggezione e commozione
Le missioni Apollo - così erano denominati ufficialmente i voli sulla Luna - erano “missioni” persino in senso religioso. Lo scrittore britannico Andrew Smith parla di due programmi nell’ambito del progetto Apollo. Quello ufficiale riguardava progresso e ricerca. Il secondo, non ufficiale, ruotava intorno a Dio, all’umanità, alla creazione, allo spirito e alla coscienza.

Agli astronauti si schiuse un mondo mistico colmo di esperienze esistenziali

Effettivamente agli astronauti si schiuse un mondo mistico colmo di esperienze esistenziali come la solitudine estrema e la paura, ma anche la soggezione e la commozione davanti alla Terra che si affacciava come una piccola gemma blu sull’orizzonte lunare. Sotto l’influsso della sua esperienza sulla Luna, l’astronauta James B. Irwin si convertì, divenne un cristiano profondamente credente e un predicatore. Da quel momento in poi considerò più importante “che Gesù avesse messo i piedi sulla Terra piuttosto che l’uomo i propri sulla Luna”.

James Irwin, in missione sulla Luna

A molte orecchie ciò potrà suonare bigotto. Ma proprio oggi, di fronte alla minaccia del crollo dell’ecosistema, è assolutamente opportuno occuparsi un po’ di più della Terra e un po’ meno di ricerca spaziale. Non dobbiamo conquistare né la Luna né Marte, bensì guarire la Terra. Affinché la Luna piena risplenda ancora per secoli su verdi campi e foreste e non soltanto su aride steppe e deserti. (da reformiert.; trad. it. G. M. Schmitt)

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