Il prete è colpevole

Il Tribunale distrettuale di Zurigo ha dichiarato colpevole il parroco cattolico Josef Karber. Il sacerdote aveva concesso l’asilo ecclesiastico a una donna armena sans-papiers

21 giugno 2019

(ve/kath.ch) Secondo quanto riportato dal “Tages-Anzeiger”, dal 2011 al 2018 Josef Karber, parroco della Liebfrauenkirche di Zurigo, ha ospitato una signora malata di cancro e senza permesso di soggiorno nell’appartamento di servizio della parrocchia. Nel suo paese d’origine, l’Armenia, la donna aveva subito pesanti minacce da parte del marito. Secondo il quotidiano il parroco ha respinto un decreto d’accusa e ha portato il caso in tribunale.

Colpevole perché solidale
Il Tribunale distrettuale di Zurigo lo ha dichiarato colpevole per “incitazione al soggiorno illegale”, come emerge dal dispositivo della sentenza che kath.ch ha potuto consultare. Karber viene punito con una pena pecuniaria di 35 aliquote giornaliere da 150 franchi l’una. Stando a Sabina Motta, portavoce del Tribunale distrettuale di Zurigo, la motivazione della sentenza non è disponibile per iscritto. Conferma tuttavia i fatti riportati dal quotidiano, secondo il quale il pubblico ministero aveva chiesto inizialmente una pena pecuniaria sospesa di 40 aliquote giornaliere da 160 franchi l’una e una multa di 500 franchi.

La diocesi lo difende
Josef Annen, vicario generale della diocesi di Coira, anch’egli interpellato dalla SRF, ha appoggiato la condotta del parroco: “Per noi che viviamo del mandato ecclesiastico la legge in uno Stato di diritto va ovviamente osservata, ma il mandato affidatoci dal messaggio cristiano è più elevato”. Se una persona è minacciata nel corpo e nell’anima, ha detto ancora Annen, bisogna aiutarla. “In singoli casi ciò può andare contro le leggi vigenti”, ha detto Annen alla SRF.

Solidarietà ecumenica
Anche Christoph Sigrist, pastore riformato al Grossmünster di Zurigo, appoggia la condotta di Karber. “La disubbidienza civile è assolutamente decisiva per il mandato della Chiesa nella società”, ha detto interpellato dalla SRF. “Per quanto riguarda le persone coinvolte noi interpretiamo la legge dal punto di vista dell’amore e l’amore pone l’essere umano al centro”.
Al momento non è ancora noto se Karber intenda ricorrere contro la sentenza. (trad. it. G. M. Schmitt/adat. P. Tognina)

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