Consigli per uscire dalla chiesa?

Un giornale gratuito ha pubblicato consigli per giovani adulti su come uscire dalla chiesa. Le reazioni delle chiese cantonali

12 maggio 2019

(Paolo Tognina) “Come posso uscire dalla chiesa?” ("Wie trete ich aus der Kirche aus?). Con questo titolo, il 2 maggio, il quotidiano “20 Minuten” - distribuito in quasi 450'000 esemplari nella Svizzera tedesca - ha pubblicato mezza pagina di consigli. Inseriti nella rubrica “Grow up”, si rivolgono esplicitamente a persone tra i 20 e i 30 anni. L’articolo è pubblicizzato come un suggerimento per risparmiare denaro, poiché in Svizzera - sostiene l'autore dell'articolo - "si pagano fino a 1.000 franchi all’anno di imposte ecclesiastiche".

Le Chiese riformate di Berna e Zurigo hanno immediatamente reagito all’articolo. Hans Martin Schaer, responsabile della comunicazione delle Chiese riformate di Berna-Giura-Soletta (Refbejuso), citato dal mensile reformiert.,lo ha definito un “appello allo smantellamento della solidarietà sociale".
A Zurigo, il Consiglio sinodale della Chiesa riformata ha reagito con una presa di posizione pubblica nella quale definisce l’azione “irresponsabile, perché mina la solidarietà nella società”. Le funzioni della chiesa sarebbero ridotte a nulla di più che matrimoni, funerali e battesimi. “L’articolo non menziona tutto ciò per cui le imposte ecclesiastiche vengono in gran parte utilizzate, cioè i numerosi servizi sociali e pastorali delle chiese”, comunica il Consiglio sinodale zurighese.

Commenti online
Come Schaer, anche il Consiglio sinodale zurighese vede nell’articolo un invito allo smantellamento della solidarietà. È ciò che sostengono anche molti degli oltre mille commenti online postati meno di un giorno dopo la pubblicazione dell’articolo. “Qual è lo scopo di un simile testo?", chiede un commentatore, che ha raccolto un numero levato di "like" e che prosegue: "L’imposta ecclesiastica è un contributo sociale che giova al bene comune. Ma la gente di oggi bada solo al proprio profitto”.

Cifre da verificare
Hans Martin Schaer relativizza anche l'ammontare del contributo. “Nel canton Berna sono pochi quelli che pagano 1000 franchi l'anno di imposta ecclesiastica, che ammonta a circa il 4% del totale delle imposte cantonali e comunali”. Una persona sola con un reddito imponibile di 54.200 franchi versa dunque alla parrocchia circa 430 franchi. “Quali giovani godono già di una situazione finanziaria così agiata?”, si chiede Schaer.

Contributo sociale
Schaer ricorda l’impegno sociale delle chiese - sostenuto da molti volontari -, e sottolinea il fatto che le chiese promuovono il dialogo interreligioso, imprescindibile per l’integrazione; sostengono la cultura, ospitando nei propri locali concerti, spettacoli teatrali e mostre; “e in collaborazione con lo Stato forniscono servizi utili per la società, tramite gli uffici di consulenza per matrimoni, partenariati e famiglie e con l’assistenza pastorale in ospedali, case di riposo e carceri”.

Il Consiglio sinodale riformato zurighese rimanda infine a uno studio del 2017 dell’Università di Zurigo che mostra come la chiesa contribuisca al benessere dell’intera società.

Articolo irresponsabile
Daniel Kosch, segretario generale della Conferenza centrale cattolica RKZ ha definito "insoddisfacente" l'articolo pubblicato da "20 Minuten". Sulla sua pagina Facebook, Kosch ha affermato: "L'articolo suggerisce che appartenere alla comunità cristiana consista nel celebrare il matrimonio, il battesimo e il funerale in chiesa. Inoltre invita a non pagare le imposte ecclesiastiche, ma a pretendere comunque di rivolgersi alle chiese per poter usufruire dei cosiddetti "servizi ecclesiastici". Tutto questo", conclude Kosch, "è eticamente discutibile. Inoltre l'autore dimentica il contributo delle chiese alla società - in particolare a persone sofferenti, sole, povere ed emarginate -, nei settori della formazione e della cultura.

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