L’ingiustizia climatica è una realtà

I più svantaggiati sono i primi a subire gli effetti del cambiamento climatico

15 maggio 2019

(Camille Andres) In Svizzera il cambiamento climatico è avvertito innanzitutto dai produttori. Quando gli orticoltori constatano che inverni troppo brevi o temperature troppo elevate “stressano” certe piante, passano a coltivare altre varietà. Sugli alpeggi è stato necessario l’intervento dell’esercito per far fronte alla siccità: produttori di latte e autorità riflettono sulle infrastrutture da realizzare.

Disparità di condizioni
In Occidente disponiamo dei mezzi necessari per far fronte ai cambiamenti climatici. La realtà è molto diversa in altre regioni del pianeta. “Le popolazioni più colpite dal cambiamento climatico sono quelle dei paesi non industrializzati”, spiega Tina Goethe, responsabile dell’équipe Diritto all’alimentazione dell'ong protestante svizzera Pane per tutti. “Gli studi mostrano che il cambiamento climatico provoca siccità, anomalie meteorologiche, eventi estremi”, prosegue. Le popolazioni che hanno meno contribuito all’emissione di CO2 ne subiscono le conseguenze più violente. Tina Goethe si basa, tra l’altro, su un recente studio del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC).

Aumento dei rischi
Quello studio mette in luce un’altra disparità: nelle regioni tropicali e subtropicali un cambiamento di temperatura ha conseguenze di gran lunga maggiori che alle nostre latitudini. Secondo una ricerca del Massachusetts Institute of Technology (MIT) del 2017, una delle regioni più a rischio è il sud-est asiatico, che al ritmo attuale potrebbe diventare inabitabile entro i prossimi 80 anni a causa del calore e dell'umidità.

Di fronte a questa situazione, le organizzazioni solidali hanno reagito. Pane per tutti e i suoi partner hanno promosso, in diversi Paesi, seminari sul clima. Ai coltivatori sono stati insegnati i principi di base dell’agroecologia: rigenerazione del suolo per immagazzinarvi CO2, rimboschimento e altri interventi per rendere le colture più robuste. Ma questi metodi risultano poco efficaci se la situazione generale non cambia.

Ma la lotta viene promossa ormai anche a livello giuridico. Infatti il cambiamento climatico ha un impatto sul diritto alla vita, all’alimentazione, alla salute, all’acqua, all’igiene e alla casa. Diritti che sono garantiti dal patto delle Nazioni Unite relativo ai diritti umani e che oggi - mentre gli effetti del cambiamento climatico sono dimostrati, conosciuti e avvertiti anche nei paesi del nord -, vengono rivendicati.

Impegno a livello giuridico
In Svizzera l’associazione delle "KlimaSeniorinnen" ha avviato un’azione legale già nel 2016, ritenendo “insufficienti” gli sforzi compiuti dalla Confederazione per la protezione del clima.

Altri progetti sono in corso: l’iniziativa per i ghiacciai, presentata questa primavera dall’Associazione svizzera per la protezione del clima e che mira sancire per legge gli impegni assunti dalla Svizzera nell’ambito dell’accordo di Parigi e a ridurre le emissioni di CO2. O il disinvestimento, per chiedere agli attori pubblici e privati di ritirare i loro investimenti nelle energie fossili. (da reformiert.; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

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