Nuvole nere sul servizio civile

Lettera aperta di protesta alle Camere federali e al consigliere federale Guy Parmelin

19 marzo 2019

(Regula Pfeifer) Circa 300 istituti d’impiego per persone che prestano servizio civile - e tra questi anche organizzazioni cristiane - si oppongono alle modifiche della Legge sul servizio civile prospettate il mese scorso dal Consiglio federale. “Il numero di giorni di impiego per il servizio civile verrà drasticamente ridotto”, è la critica formulata da Samuel Steiner, copresidente della Federazione svizzera del servizio civile CIVIVA. Steiner, interpellato dall'agenzia kath.ch, ha parlato a nome del “gruppo d’interesse istituti d’impiego del servizio civile”, che rappresenta i 282 istituti e organizzazioni firmatari. Se il numero di giorni di impiego venisse ridotto dagli attuali 1,7 milioni a 1,3 milioni, ha affermato Steiner, gli istituti interessati avrebbero problemi.

Problema del personale
Secondo Steiner la maggior parte degli isitituti interessati non ha attualmente difficoltà a trovare persone che prestano servizio civile. Ma una riduzione dei giorni di impiego a livello svizzero potrebbe creare dei problemi.
Case per anziani, istituzioni per disabili, ospedali, musei, famiglie di contadini di montagna, organizzazioni ambientaliste, scuole e altre istituzioni dipendono - secondo gli estensori della lettera - da un numero sufficiente di persone motivate che prestano servizio civile. Queste aiuterebbero gli istituti ad adempiere i propri obblighi nei confronti dello Stato e a favore del bene comune.

Una casa per anziani senza persone che prestano servizio civile potrebbe certamente mantenere i suoi servizi di base - alimentazione, cure mediche, assistenza infermieristica e sonno -, afferma Steiner. “Tuttavia sono spesso soltanto le persone che prestano servizio civile ad avere tempo per le passeggiate, le conversazioni, i giochi o altre attività”.

Periodo d'attesa
Il copresidente della Federazione svizzera del servizio civile è disturbato anche dalla proposta del Consiglio federale di introdurre un periodo di attesa di un anno tra la presentazione della domanda e l’eventuale ammissione al servizio civile. “Non va per niente bene”, ritiene Steiner. Durante l’anno d’attesa "quelle persone potranno ancora essere convocate al servizio militare". E ciò sebbene abbiano già esposto nella loro domanda gli argomenti per cui sono contrari, ad esempio per un conflitto di coscienza.

Chiese contrarie
Tra i 282 istituti d‘impiego e organizzazioni che hanno sottoscritto la lettera aperta figurano anche Caritas Lucerna e Caritas Giura, le sezioni Svizzera orientale e Berna dell’Unione cristiana dei giovani, la Chiesa evangelica riformata del cantone San Gallo e l'Esercito della Salvezza. La maggior parte dei firmatari sono comunque istituzioni e istituti d’impiego del settore sociale, in particolare case per anziani e case di cura.

La lettera aperta reagisce al messaggio del Consiglio federale concernente la modifica della Legge sul servizio civile. Questa elenca diverse misure atte a ridurre l’attrattività del servizio civile. Secondo il messaggio il  numero delle persone che prestano servizio civile è cresciuto da 27.000 nel 2011 a 50.000 nel 2018. Nello stesso periodo il numero di giorni di servizio civile prestati è cresciuto da 1,1 milioni a 1,7 milioni.
Nel corso della sessione estiva, ritiene Steiner, le Camere prenderanno presumibilmente una decisione in merito alla revisione della legge. (kath.ch; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

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