Anni Lanz i profughi e il clima

Da decenni l’attivista per i diritti umani Anni Lanz è impegnata a favore dei rifugiati. E apprezza l'impegno dei giovani per la difesa dell'ambiente e la protezione del clima

16 marzo 2019

(Noemi Schürmann) Ha l’aspetto della nonna che si vorrebbe per i propri figli. Eppure la 72.enne Anni Lanz, di Basilea, è stata recentemente condannata, dal Tribunale distrettuale di Briga, per avere aiutato un afgano malato a tornare illegalmente in Svizzera.
Anni Lanz si sente chiamata a “resistere attivamente a comportamenti irresponsabili nella politica dei rifugiati”. Di regola lo fa in modo assolutamente legale. Ma lei non si vede solo come una “simpatica vecchietta” e vuole continuare anche in futuro a “opporre una decisa resistenza” agli sviluppi che la disturbano.

Temperatura sottozero
Il termometro segnava dieci gradi sottozero e lui, giovane afgano che aveva trascorso due notti alla stazione di Domodossola, era privo di vestiti caldi e presentava sintomi di congelamento. Anni Lanz lo aveva conosciuto nel centro di detenzione per stranieri in attesa di espulsione di Bässlergut, a Basilea: “Era psichicamente molto malato. Suo cognato mi ha raccontato la sua storia”, dice Lanz. Poco tempo dopo la sua visita l’uomo era stato espulso verso l’Italia.
Il centro per rifugiati in Italia lo aveva respinto. E anche le autorità svizzere avevano rapidamente liquidato il suo caso. “Di solito è difficile che le nostre obiezioni trovino ascolto”, ha affermato Anni Lanz, che non ha visto alcuna via legale nel caso dell’afgano.

Intervista a Anni Lanz

Imparare dalla storia
Anni Lanz è impegnata sin dalla metà degli anni Ottanta sul fronte dei diritti di rifugiati e sans-papiers in Svizzera. Alla domanda su che cosa la spinga a continuare questa battaglia racconta: “Quand’ero giovane si parlava molto della seconda guerra mondiale e del destino che era toccato ai rifugiati. Mi fece una grande impressione. I miei genitori hanno sempre detto: non dovrà succedere mai più”. Lanz è stata più volte insignita di riconoscimenti per il suo impegno umanitario, vedendosi tra l’altro assegnato il dottorato honoris causa della Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Basilea.

Uno stile di vita
L’impegno per le persone prive di diritti è per lei uno stile di vita. A oltre settant’anni di età si occupa ancora dei destini individuali. Incontra persone nel centro di detenzione per stranieri in attesa di espulsione oppure pazienta otto ore all’aeroporto di Roma per assicurarsi che un richiedente l’asilo espulso vi arrivi e venga assistito in modo degno di un essere umano. O ancora, come nel febbraio 2018, si reca a Domodossola allo scopo di riportare in Svizzera l’afgano malato espulso. Poiché il rifugiato non ha documenti si tratta di una violazione della legge svizzera sugli stranieri. Anni Lanzi viene condannata a una pena pecuniaria sospesa.

Anni Lanz

“La responsabilità della Svizzera non si esaurisce ai confini nazionali”, afferma Anni Lanz. Vorrebbe riuscire a fare in modo che nessuna persona vulnerabile venga più espulsa. “Sulla base della mia esperienza raramente lì beneficiano della protezione e dell’assistenza medica necessarie. Ma la Svizzera ufficiale si limita ad applicare gli articoli di legge”, è la sua critica nei confronti dell’atteggiamento tenuto dalle autorità svizzere.

Anni Lanz condannata per solidarietà (Segni dei Tempi RSI)

È bellissimo che così tanti giovani siano riusciti a far sentire la propria voce

Politica climatica
“La mia energia è notevolmente diminuita e non cerco di nascondere i segni dell’età che avanza”, dice Anni Lanz. Tuttavia non smette di agire per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dei rifugiati. La sua voce non tace nemmeno quando si tratta di politica climatica. Anche in questo caso invita a una resistenza attiva. “È bellissimo che così tanti giovani siano riusciti a far sentire la propria voce. Con le loro manifestazioni di protesta dimostrano inoltre la loro alta considerazione della democrazia”, dice elogiando l’impegno degli studenti.
“Se ci fossero più persone come Anni Lanz il mondo sarebbe un posto migliore”, ha detto a Briga il pubblico ministero nella sua arringa. (da kirchenbote-online.ch; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

Articoli correlati