Le chiese svizzere stiano zitte

Il presidente del PPD Gerhard Pfister critica le chiese per la loro interferenza politica. I rappresentanti delle chiese dissentono. Si riaccende un vecchio dibattito

13 gennaio 2019

(Patricia Dickson e Heimito Nollé) L’anno politico è appena iniziato, ma già il presidente del Partito popolare democratico PPD, Gerhard Pfister, e la teologa cattolica Béatrice Acklin, che siede in consiglio comunale a Friburgo per il Partito liberale radicale PLR, hanno dato fuoco alle polveri rispolverando un classico del dibattito politico: sulla prima pagina del “Tages-Anzeiger” hanno recentemente criticato le chiese e i loro rappresentanti per le loro prese di posizione e raccomandazioni di voto.

Bersagli precisi
A essere presi di mira sono ad esempio la presidente del Consiglio sinodale cattolico zurighese, Franziska Driessen, che la scorsa primavera ha detto che l’Unione democratica di centro UDC non è un’opzione di voto ammissibile per i cristiani; oppure il riformato Christoph Sigrist, pastore del Grossmünster, che si è impegnato, nel 2012, contro l'iniziativa "Per l'attuazione dell'espulsione degli stranieri che commettono reati".
Secondo Pfister, citato dal "Tages-Anzeiger", rientrerebbe tra i compiti delle chiese quello di richiamare l’attenzione sulle regole e sui valori, ma nell'ambito di un appello alla solidarietà in materia di asilo, ad esempio, dovrebbero astenersi dal formulare raccomandazioni politiche riguardanti la politica migratoria.

Gerhard Pfister

Un think tank che non c'è
Acklin e Pfister, contrari a quelle che essi considerano come interferenze delle chiese, avrebbero creato, secondo il “Tages-Anzeiger” il think tank “Kirche/Politik” (“Chiesa/Politica”), di cui farebbero parte anche teologhe e teologi di diverse confessioni - oltre ad Acklin, l’ex abate di Engelberg Berchtold Müller, il professore di teologia riformato Ralph Kunz e il presidente del Consiglio sinodale della Chiesa evangelica riformata del canton Glarona Ulrich Knoepfel - nonché parlamentari federali come Eric Nussbaumer (PS), Claudio Zanetti (UDC) e Maja Ingold (PEV).
Interpellato dall'agenzia ref.ch, Knoepfel, che è anche membro del Consiglio della Federazione delle Chiese evangeliche in Svizzera, ha reagito affermando di non essere a conoscenza della creazione di un simile think tank. "Lo scorso novembre ho partecipato", ha detto, "a titolo personale, a un incontro con Pfister e Acklin nel quale si è discusso di chiesa e politica". In quella occasione, ha concluso "è stata tra l’altro presa in considerazione l’idea di organizzare un evento sul tema nel 2019”.

Ulrich Knoepfel

Knoepfel condivide tuttavia le opinioni di Pfister e Acklin. “La chiesa deve fare attenzione a non diventare un attore fra tanti, come ad esempio un partito o una ONG”. Raccomandazioni di voto e interferenza in questioni inerenti alla politica attiva, ha proseguito, "competono alla chiesa soltanto in casi eccezionali".

Reazioni alle critiche
Res Peter, pastore della parrocchia riformata di Zurigo-Neumünster, non è sorpreso dalle critiche del presidente PPD. “Fa male ai politici quando si va nel concreto”, dice. Peter interviene regolarmente nei dibattiti politici, per esempio nel caso dell’Iniziativa per l’autodeterminazione o della Riforma III dell’imposizione delle imprese.

Res Peter

Il pastore del Grossmünster di Zurigo, Christoph Sigrist, condivide il parere del collega. “Ad alcuni le nostre posizioni politiche non vanno evidentemente a genio. Quando tratto di politica sociale sento spesso dire che faccio politica. Quando però la chiesa esprime posizioni in linea con il pensiero dei partiti borghesi, questo non viene percepito come interferenza politica”.
Sigrist e Peter sono concordi: "la chiesa è sempre politica", dicono e fanno riferimento al riformatore Huldrych Zwingli, il quale si espresse con veemenza contro il servizio mercenario svizzero.

Christoph Sigrist, contro l'esportazione di armi

Libertà di pensiero
Dalle colonne del “Tages-Anzeiger”, Béatrice Acklin ha fatto sapere di essere infastidita dal fatto che gli ecclesiastici “facciano discendere da un potere superiore la loro autorità nelle questioni politiche”. Il pastore Res Peter, interpellato dall'agenzia ref.ch risponde: "Acklin si sbaglia, non parliamo affatto dall’alto. La Chiesa riformata non è la Conferenza dei vescovi. I riformati devono pensare con la propria testa”. Anche Christoph Sigrist - il quale paragona la funzione della chiesa al ruolo del buffone di corte - rinvia alla tradizione riformata e ricorda che la sua carica è legittimata dalla base. “Il mio lavoro come pastore della comunità della città di Zurigo mi induce a fare dichiarazioni su problemi sociali e diritti umani. Questa è la base del mio lavoro politico e delle mie riflessioni teologiche”. (da ref.ch; trad. it G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

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