Basta abusi in chiesa

Le chiese riformate svizzere fanno rete contro abusi e molestie sessuali

30 gennaio 2019

(Gaëlle Courtens) In Svizzera le chiese cantonali di tradizione evangelica riformata sono a tutti gli effetti chiese a sé stanti, ognuna con il proprio sinodo, i propri esecutivi e regolamenti. Allo scopo di prevenire gli abusi sessuali in ambito ecclesiastico, hanno deciso ora di fare rete.

Prevenzione tra cantoni
Da questo mese di gennaio le chiese cantonali riformate possono scambiarsi informazioni relativamente ai profili di persone che si candidano per posti di pastore o pastora. La misura introdotta ha un obiettivo preciso: evitare che chi è stato allontanato per comportamenti inappropriati o molestie sessuali (o si è licenziato dopo che sono emerse) si faccia assumere altrove con la stessa funzione. A poter ora vagliare con maggiori ragguagli i profili dei ministri di culto sono una ventina di chiese riformate. Quando tra i candidati figura qualcuno che arriva da un altro cantone, sarà possibile chiedere alla relativa chiesa informazioni su come ha svolto il proprio incarico. È servito, per questo, un adeguamento di legge.

Le chiese evangeliche fanno rete (Telegiornale RSI)

Per un sano rapporto interpersonale
"L'obiettivo finale", ha spiegato alla RSI Sabine Scheuter che si occupa di prevenzione e delle vittime di abusi nella Chiesa evangelica riformata del Canton Zurigo, è che i pastori e le pastore "abbiano un rapporto sano e professionale con la vicinanza interpersonale, una caratteristica fondamentale della loro attività". Ne va della sicurezza di bambini, bambine e giovani, ma in generale di persone vulnerabili, anche adulte. Scheuter, tuttavia, in vent’anni di attività in questo campo ha incontrato soltanto due casi gravi.

Processo a più velocità
In tema di prevenzione della violenza e degli abusi sessuali in ambito ecclesiastico le chiese cantonali riformate sono attive da tempo, ma procedono a velocità diverse. Tra le pioniere figura la Chiesa evangelica riformata dell’Argovia, il cui Sinodo l’anno scorso ha adottato delle nuove disposizioni in materia, che prevedono formazioni obbligatorie per quei collaboratori e collaboratrici che lavorano con bambini, giovani e persone in situazione di dipendenza.

La modifica dell’ordinamento ecclesiastico prevede l’introduzione di un “codice di comportamento” ad uso di tutti i dipendenti e volontari, che devono firmare una “dichiarazione d’impegno”. La decisione sinodale è la prima nel suo genere in Svizzera.

Non sono più una vittima (Segni dei Tempi RSI La1)

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