Gertrud Kurz madre dei rifugiati

Nel 1942 affrontò il consigliere federale Von Steiger il quale aveva decretato la chiusura delle frontiere svizzere dichiarando che "la barca è piena"

19 gennaio 2019

(Patricia Dickson) Ottant''anni fa, Gertrud Kurz, originaria di Lutzenberg (Appenzello), fondò l’organizzazione umanitaria Kreuzritter-Flüchtlingshilfe, l’odierno Christlicher Friedensdienst (Servizio cristiano per la pace). Durante la seconda guerra mondiale aiutò rifugiati provenienti dalla Germania - in particolare ebrei, ma non solo - e divenne nota come la “mamma dei profughi”. Più tardi affermò: "Avrei voluto fare di più".

Guerra in Europa
Il periodo natalizio dell’inverno del 1938 sembrava più buio e più freddo del solito. In Europa soffiavano venti di guerra. Dopo la Notte dei cristalli, il 9 novembre, i primi rifugiati ebrei raggiunsero la Svizzera. Gertrud Kurz (1890-1972) decise di fare il possibile per aiutarli e perciò invitò una dozzina di rifugiati, nella sua casa di Berna, per una festa natalizia. Fu quello l’inizio del suo impegno e della Kreuzritter-Flüchtlingshilfe.

Gertrud Kurz

Durante la seconda guerra mondiale, la porta di Gertrud Kurz era sempre aperta per i profughi. Quotidianamente riceveva visite e rispondeva alle lettere di persone in cerca d’aiuto. Ciò rendeva talvolta caotica la vita familiare. Come affermò sua figlia Anni, in un intervento radiofonico alla SRF, “per nostra madre quel lavoro era semplicemente più importante del nostro pranzo”.

Contro le frontiere chiuse
Gertrud Kurz dava ascolto ai racconti dei rifugiati, ma ancora più spesso interpellava le autorità o parlava con l'ufficio stranieri affinché i profughi potessero entrare in Svizzera e rimanervi. Insieme con i volontari della sua organizzazione di soccorso forniva aiuti materiali, reperiva alloggi e si preoccupava in generale del benessere dei profughi. Grazie alla sua solidarietà divenne nota, in Svizzera, come "madre per i rifugiati".
Quando nel 1942 il Consiglio federale chiuse le frontiere, Kurz prese il treno e raggiunse Mont Pèlerin, località del canton Vaud dove l’allora consigliere federale Eduard von Steiger stava trascorrendo le vacanze. Gli raccontò le storie dei profughi, ma non riuscì a dissuaderlo dalla restrittiva politica dei rifugiati. Tuttavia alcuni giorni dopo il Consiglio federale allentò il blocco alle frontiere.

"Flüchtlingsmutter" Gertrud Kurz, SRF

Fratelli della strada
L’impegno civile era per Gertrud Kurz naturale e motivato cristianamente. Già prima della guerra faceva parte del movimento religioso per la pace “Kreuzritter”. A Berna si occupava dei cosiddetti Brüder der Landstrasse: mendicanti, barboni ed ex detenuti.
“Era impegnata coerentemente e coraggiosamente a favore degli svantaggiati e degli emarginati. Viveva fermamente l’impegno cristiano”, afferma Regula Brunner, portavoce del Christlicher Friedensdienst, come si chiama oggi la Kreuzritter-Flüchtlingshilfe. “Gertrud Kurz non giudicava le persone in base alla loro origine o alla loro appartenenza religiosa e nel Friedensdienst vogliamo continuare ad agire seguendo questo approccio”.

Oggi il Friedensdienst è attivo a livello internazionale. Con i suoi progetti aiuta tra l’altro donne del Kosovo vittime dell’indigenza o promuove la partecipazione sociale dei giovani in Algeria. In Svizzera, il Friedensdienst organizza inoltre la campagna “16 giorni contro la violenza sulle donne” e sostiene le migranti in possesso di una formazione superiore, per le quali l’aiuto all’integrazione nel paese è limitato.

Avremmo dovuto fare più rumore

“Mamma Kurz” era rispettata per la sua caparbietà. Tuttavia non era una ribelle. Nel suo impegno era ostinata, ma operava sempre all’interno del sistema e non metteva in discussione le autorità.
Dopo la guerra, rimase fedele al suo impegno per la pace. Operò a favore dei profughi ungheresi e algerini e la sua organizzazione di soccorso estese la sua attività al Vicino Oriente e a paesi africani. Da convinta cristiana che si appellava all’umanità della sua controparte, non destò mai - durante gli anni della "guerra fredda" - il sospetto di essere una comunista. Se non fosse stato così, molte porte sarebbero rimaste serrate per lei.

Onorata ma dimenticata
Gertrud Kurz fu più volte insignita di premi e onorificenze. Ricevette una laurea honoris causa e il premio Albert Schweitzer. Fu nominata due volte per il premio Nobel per la pace. Fu la prima donna a cui la Confederazione dedicò una moneta commemorativa, nel 1992.
Tuttavia il suo ricordo è andato gradualmente sbiadendo. “Mi sorprende che il movimento delle donne abbia smesso di parlare di lei”, dice Nadine Arnold, copresidente della fondazione Gertrud Kurz. Forse è perché a prima vista “mamma Kurz” non corrisponde agli ideali femministi: proveniva da una famiglia borghese di un produttore di tessuti e per prepararsi al ruolo di casalinga e di madre frequentò una scuola di economia domestica.

Ciò che conta è la sua opera: “Ciò che ha fatto è stato una rivolta dei fatti”, afferma Arnold. “Fece imperterrita tutto quanto era in suo potere per aiutare le persone”. Arnold intende mantenere vive queste azioni. Perché davanti alla crisi mondiale dei rifugiati, Gertrud Kurz continua a essere una fonte di ispirazione.

Eredità di Gertrud Kurz
Il Christlicher Friedensdienst ha ricordato nel 2018 il suo ottantesimo anniversario. A partire dagli anni Sessanta si è orientato sempre più verso ideali femministi. “L’uguaglianza di genere è essenziale per una società pacifica”, afferma Regula Brunner. Oggi il Friedensdienst organizza progetti internazionali per proteggere le donne dalla violenza e offre opportunità di formazione e sostegno a donne impegnate politicamente nel proprio paese.
Indipendente dal Friedensdienst, anche la fondazione Gertrud Kurz ricorda l’impegno della "madre dei profughi". La fondazione fu creata dopo la morte di Gertrud Kurz, avvenuta nel 1972, da amici e sostenitori, come il professore di teologia Hans Ruh, per continuare a promuovere l’azione solidale nel senso da lei auspicato. Con le proprie donazioni la fondazione sostiene progetti di volontari impegnati a favore del prossimo nell’ambito delle loro possibilità.
Col senno di poi, Gertrud Kurz avrebbe probabilmente preferito essere una ribelle. In un intervento alla televisione svizzera nel 1966, disse di sé e della popolazione svizzera: “Avremmo dovuto fare più rumore. Ma con il passare del tempo mi sono stancata. E oggi quello mi appare come un errore”. (da ref.ch; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

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