Natale a Bihac

Sostenuti dalle chiese cristiane di Bremgarten, in Argovia, i volontari di “Help Now” passeranno il Natale e capodanno in Bosnia-Erzegovina, a fianco dei profughi ammassati sul confine croato-bosniaco

24 dicembre 2018

(Gaëlle Courtens) “Siamo arrivati a Bihać”: il messaggio su un sottofondo fucsia campeggia sulla pagina Facebook di Stefan Dietrich, co-fondatore dell’opera di aiuto ai profughi “Help Now”, che da tre anni porta regolarmente aiuti di prima necessità in Bosnia ai migranti che sulla “rotta balcanica” giungono al confine con la Croazia. Qui i migranti tentano di varcare la frontiera passando per i boschi: dall’altra parte c’è l’Unione europea.

Nel cul de sac della rotta balcanica
Partiti il 23 dicembre da Bremgarten, in Argovia - via Monaco di Baviera, Salisburgo, Lubiana - i volontari di “Help now” sono arrivati questa notte nella località bosniaca, dove più di 2100 profughi siriani, iracheni, kurdi, afghani, pachistani, addirittura marocchini, bambini e adulti, sono ammassati in condizioni disperate. Con l’arrivo dell’inverno molti si sono spostati dalle tendopoli improvvisate ai fabbricati abbandonati.

Il team di Help Now appena arrivato a Bihac

Il pulmino di “Help Now” è carico di sacchi a pelo, coperte, maglioni, calze, berretti destinati ai profughi finiti in quello che viene chiamato il “cul de sac” della rotta balcanica. Non solo a Bihać, ma anche più a nord, a Velika Kladuša, intere famiglie sono alla mercé delle temperature invernali. Manca tutto. “In tutta la regione i profughi sono più di 3500. Non c’è sufficiente cibo, e poi mancano soprattutto le scarpe”, ha detto appena arrivato a Bihać Stefan Dietrich, che ha con sé anche 5000 franchi donati dalle chiese cristiane di Bremgarten, raccolti attraverso il progetto ecumenico natalizio “Märtchile”.

Sostegno delle chiese
Riformati, cattolici, apostolici ed evangelici liberi di Bremgarten in pochi giorni hanno raccolto più di 5000 franchi. “Non ci voltiamo dall’altra parte. La somma raccolta è un segnale contro l’indifferenza”, ha detto la pastora della chiesa riformata di Bremgarten, Corinne Dobler, che ha lanciato l’idea di sostenere attraverso “Help Now” i migranti in quel lembo dell’ex-Jugoslavia. “Ogni anno le chiese cristiane della nostra città durante il periodo natalizio sostengono con concerti e collette un progetto. Quest’anno abbiamo deciso di devolvere i proventi della ‘Märtchile’ a ‘Help Now’”, ha aggiunto. Per Stefan Dietrich un segnale importante di umanità e solidarietà verso i più bisognosi: “Con questa donazione compriamo quello di cui c’è più bisogno in loco, vestiti, cibo, medicine, prodotti per l’igiene”.

Violazioni dei diritti umani
Pochi giorni fa l’organizzazione internazionale Border Violence Monitoring, che raccoglie prove e testimonianze di abusi e respingimenti illeciti di migranti sulla rotta balcanica, ha reso pubblico una serie di filmati, effettuati con telecamera nascosta, che confermerebbero le testimonianze di centinaia di migranti: la polizia croata respinge sistematicamente i profughi verso la Bosnia, senza dare loro l’opportunità di avanzare richiesta di asilo. I respingimenti di massa sono effettuati con tanto di fucile puntato contro i profughi fatti mettere in fila indiana. Le pratiche messe in campo dalle forze dell’ordine croate sono documentate in ben 54 video. Si tratta di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale, che si stanno consumando all’interno dell’Unione europea.

Migranti presi a calci (da un video di denuncia)

I respingimenti forzati si consumano sul cosiddetto "confine verde", nei boschi tra i due paesi, e non ai valichi di frontiera, e senza la presenza di agenti bosniaci. I filmati inoltre mostrano che in alcuni casi la polizia croata ricorre alla forza. Nei mesi scorsi queste pratiche sono state denunciate da varie organizzazioni internazionali quali il Consiglio d'Europa, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e Human Rights Watch. I filmati per la prima volta offrono prove inconfutabili contro il comportamento della polizia croata.

Missione natalizia
“Help Now”, sostenuto dall'associazione argoviese “Netzwerk Asyl”, ha ricevuto molte donazioni anche da privati cittadini e piccoli esercizi di Bremgarten. A Bihać e Velika Kladuša collabora con la Croce Rossa e con la ONG locale SOS Velika Kladuša. La “missione natalizia” si concluderà a Mostar.
“Come prima cosa, per farci un quadro della situazione, oggi abbiamo in programma la visita del campo di Bihać gestito dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, incontri con il sindaco Šuhret Fazlić e con il segretario della Croce Rossa Selam Midžić”, spiega Stefan Dietrich. “Anche se la nostra operazione di soccorso è una goccia nel mare, essa tuttavia significa molto per le persone in fuga”, conclude Stefan Dietrich.

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