Leonhard Ragaz cristiano pacifista

Considerato un precursore dai teologi sudamericani della liberazione, trovò nella Bibbia la radice del proprio impegno politico e sociale

07 dicembre 2018

(Markus Mattmüller) Nato 150 anni fa a Tamins, nei Grigioni, il 28 luglio 1868, Leonhard Ragaz era figlio di una modesta famiglia di contadini. Cresciuto in un villaggio di montagna dove gran parte del suolo era di proprietà pubblica, riconobbe le possibilità inerenti a un socialismo istituzionalizzato, al sistema cooperativistico, a una democrazia comunitaria viva e al federalismo.

Teologia e lotta sociale
Spinto a studiare teologia a motivo della facilità con cui ciò permetteva di ottenere una borsa di studio, dopo alcuni semestri trascorsi a Basilea, Jena e Berlino, a 22 anni divenne pastore e assunse la cura di tre parrocchie di montagna. Successivamente fu pastore a Coira, e nel 1903 venne chiamato alla cattedrale di Basilea. Fino a quel momento non si era distinto in nulla dagli altri teologi liberali del suo tempo, la cui carriera era accompagnata da successo e popolarità. Ma le cose erano destinate a cambiare radicalmente.

Nella città industriale di Basilea, la lotta sociale raggiunse il suo culmine, costringendo Ragaz a prendere posizione. Nella primavera del 1903, scoppiò un conflitto tra impresari edili e muratori e manovali. Uno sciopero di grandi dimensioni venne sciolto dall’intervento delle truppe cantonali. La domenica dopo Pasqua, Ragaz salì sul pulpito della cattedrale di Basilea e affermò che la questione operaia era il problema più urgente del suo tempo: “Il cristiano deve sempre schierarsi dalla parte del debole, dalla parte di coloro che nella lotta sociale tendono verso l’alto. Il cristiano deve sapere che siamo fratelli, non deve solo guardare a se stesso e pretendere che Dio badi a tutti gli altri, ma riconoscere che come figli di Dio siamo responsabili gli uni degli altri”.

Da Basilea a Zurigo
Per la prima volta Ragaz espresse la convinzione che nel movimento operaio si manifesti una forma di cristianesimo inconsapevole, istintiva. Nello stesso anno, parlò per la prima volta del contrasto tra “la religione statica, immobile, quieta e la religione che si muove dinamicamente in avanti. Il primo tipo", disse, "vede nella religione un luogo di riposo dove coltivare una pietà individualistica e fa del cristianesimo un potere conservatore. I rappresentanti della seconda forma sottolineano invece non la fede in Cristo, bensì la sequela di Cristo. Non difendono la chiesa intesa come istituzione, ma rivendicano il regno di Dio”.

Il cristiano deve sempre schierarsi dalla parte del debole

Chiamato a Zurigo, nel 1908, dalla Facoltà di teologia dell'Università, come professore di teologia sistematica e pratica, Ragaz tenne una serie di corsi sulla filosofia della religione, sull’etica, sul cristianesimo e la questione sociale.

Lo scoppio della guerra
L’inizio del conflitto mondiale, nel 1914, fu considerato da Ragaz come il giudizio sulla società capitalista e militaristica, ma anche sulla chiesa imborghesita e troppo leale verso lo stato. Da quel momento in poi, l’ex comandante dei cadetti e cappellano militare diventò uno dei leader del movimento pacifista svizzero. Gli anni della guerra diedero al suo pensiero teologico l’impronta definitiva: il regno di Dio non è interiore o trascendente, ma vuole trasformare la società e liberare i poveri.

La sua critica alla chiesa, alla teologia e a un cristianesimo borghese, lo spinse a riconoscere la contraddizione esistente tra le sue convinzioni e il suo stato privilegiato di teologo accademico. Nel 1921, all’età di 53 anni, senza il diritto ad una pensione, abbandonò la cattedra e si trasferì nel quartiere operaio di Zurigo-Aussersihl, alla Gartenhofstrasse, dove fondò un’accademia popolare. Da allora in poi, si guadagnò da vivere con le modeste entrate provenienti dal lavoro giornalistico.

Leonhard Ragaz

La svolta
Da quel momento in poi, Ragaz concentrò le sue attività su tre argomenti principali, tutti di carattere “profano”: la formazione operaia, il socialismo e la pace mondiale.
Nel centro di formazione, dibatté questioni sociali, giuridiche e politiche. Dopo il 1921 non predicò più in nessuna chiesa. Le sue riflessioni, esposte nella saletta della Gartenhofstrasse, e i suoi contributi, pubblicati sulla rivista Neue Wege, costituirono per molti anni le sue uniche testimonianze teologiche. Ragaz leggeva i testi biblici nel contesto degli avvenimenti contemporanei: soprattutto durante gli anni della seconda guerra mondiale questo tipo di lettura permise a molti di preservare una speranza e trovare una consolazione, ma mise anche in guardia di fronte ai pericoli politici di quell'epoca buia.

Cristianesimo, ebraismo, socialismo
In molti suoi articoli Ragaz prese posizione sulla “questione giudaica”. Ribadendo che la radice del cristianesimo e dell’ebraismo è la medesima, espresse il proprio rifiuto nei confronti di qualsiasi attività missionaria verso gli ebrei. Nel novembre del 1938 condannò senza mezzi termini la notte dei cristalli, definendola un "atto barbarico". Successivamente denunciò con forza e inequivocabilmente la “soluzione finale” nazista, e accolse nel suo centro numerosi profughi ebrei, con i quali sviluppò legami d'amicizia ed entrò in dialogo.

La notte dei cristalli (1938)

Aderente all’ala sinistra del partito socialista, contraria alla guerra, Ragaz osservò attentamente gli sviluppi in Russia e riconobbe il pericolo totalitario: nell’analisi ragaziana, socialismo e violenza si escludevano.
Nel 1935 il partito socialista, la cui esistenza, nella Germania nazista, era in pericolo, adottò una posizione favorevole al riarmo; Ragaz lasciò allora il partito affermando: “Rimango socialista!“.

Pacifismo e liberazione
Nel periodo tra le due guerre, Leonhard Ragaz fu il principale esponente del movimento pacifista svizzero. Quando scoppiò la guerra e in Svizzera venne introdotta la censura, i commenti di Ragaz, pubblicati nella sua rivista Neue Wege, non passarono inosservati. Il controllo esercitato dalle autorità lo spinse a interrompere la pubblicazione della rivista. Da quel momento, le sue riflessioni, meditazioni bibliche e commenti politici vennero spediti in busta chiusa direttamente ai lettori.

Negli anni della Seconda guerra mondiale, Ragaz scrisse il suo commento a tutti i libri della Bibbia (Die Bibel. Eine Deutung), un'opera fondamentale per capire il suo pensiero politico e sociale.
Ragaz vide ancora la fine della guerra, la vittoria delle democrazie e la fondazione delle Nazioni Unite. I suoi commenti relativi a quegli avvenimenti furono pubblicati nella rivista Neue Wege, ormai liberata dalla censura. Il 6 dicembre 1945 concluse la 39. annata del periodico. La sera del giorno dopo, all’età di 77 anni, morì, a causa di un arresto cardiaco (trad. it. e adat. Paolo Tognina).

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