Cristiani protestanti nel mezzo della crisi ucraina

Il protestantesimo in Ucraina costituisce una minoranza attiva

20 ottobre 2018  |  Sébastien Gobert

Questa domenica mattina l’Alleluia si eleva in una piccola sala nel centro di Leopoli, nell’Ucraina occidentale. Lo intona un’assemblea composta da una sessantina di fedeli di questa comunità protestante riformata. Poi tutti si siedono per ascoltare il sermone del pastore. Heero Hacquebord si serve dei ricordi d’infanzia in Sudafrica per illustrare la sua predica, in un ucraino venato da un accento anglosassone. Tra gli astanti un’alta percentuale di giovani coppie e di bambini. Sono previste attività di catechismo e canzoni adattate in ucraino da un artista di Leopoli. “Per noi è molto importante coinvolgere nella funzione i più piccoli”, commenta il missionario Douglas Shepherd, originario del Texas. “Le famiglie che vengono a unirsi a noi ci dicono che non hanno mai visto nulla del genere altrove".

Crescita dei protestanti
La maggior parte degli ucraini è abituata ai riti solenni delle varie chiese cristiane ortodosse, maggioritarie nel paese, o dei greco-cattolici, saldamente radicati nelle regioni occidentali del paese. Le differenze nelle pratiche religiose con i riformati, e più in generale con le comunità protestanti, sono marcate e spiegano in parte l’espansione del protestantesimo in Ucraina negli ultimi anni. Un articolo apparso sulla rivista Christianity Today nel gennaio del 2008 indicava pertanto la repubblica post-sovietica come “il centro nevralgico della confessione evangelica nell’Europa dell’Est”. Da allora il fenomeno non è stato smentito.

Minoritario ma ben radicato
Il protestantesimo in Ucraina è minoritario, ma vanta una lunga tradizione. Sebbene i protestanti rappresentino appena circa il 2% della popolazione, vale a dire circa 800.000 persone, la loro presenza in Ucraina risale al 16.esimo secolo, agli albori della Riforma. L’appartenenza di una parte di quella che è oggi l’Ucraina a uno Stato occidentale, il Regno di Polonia, “aveva agevolato la diffusione delle idee di Martin Lutero e di Jean Calvin”, è l’analisi di Dmytro Kolesnyk, pastore battista a Leopoli, il quale osserva inoltre che la Riforma aveva anche influenzato l’ortodossia attraverso lo sviluppo di bratstva (confraternite).

L'Ucraina è il centro nevralgico del protestantesimo nell'Europa dell'Est.

Le spartizioni della Polonia e gli sconvolgimenti geopolitici nella regione hanno afflitto numerose comunità religiose, protestanti compresi. L’Unione Sovietica bandì la maggior parte di queste comunità. I battisti rimasero tollerati, sebbene tenuti sotto controllo. I battesimi erano vietati e i fedeli potevano diventare membri soltanto a partire dai 18 anni. Dmytro Kolesnyk ricorda di aver suonato il flauto da minorenne a capodanno del 1985. “Ci valse una multa di 50 rubli, vale a dire la metà di un buon salario dell’epoca”. Le attività dei battisti erano sorvegliate anche dal KGB, con il quale questi gruppi furono costretti a collaborare in varie occasioni.

Porta verso l'Occidente
“Soltanto nel 1988-1989 abbiamo iniziato a godere di una certa libertà”, prosegue Dmytro Kolesnyk. Dopo l’indipendenza, nel 1991, la sua comunità si trasferì in una chiesa luterana di Leopoli. In un primo tempo la reputazione “occidentale” dei battisti garantisce loro un certo prestigio tra la popolazione, ma non li agevola nel loro sviluppo. Da un lato devono affrontare le difficoltà economiche degli anni ’90 e dall’altro devono fare i conti con il fatto che numerosi fedeli hanno approfittato delle relazioni estere delle congregazioni per emigrare. Dei circa 11.000 battisti presenti a Leopoli nel 1991 la metà se ne sono andati. “Alcuni vengono ancora da noi in cerca di una porta d’ingresso per l’Occidente”, ammette. “Ma non li accogliamo più nelle nostre fila”.

Consolidare le comunità
Le Chiese protestanti più importanti, in Ucraina, oggi, secondo l’esperto di religioni Michael Tcherenkov, sono quelle battiste, pentecostali e avventiste. Alcune congregazioni evangeliche carismatiche sono molto mediatizzate, come quella del discusso nigeriano Sunday Adelaja o quella dell’altamente controverso “apostolo” Volodymyr Mountyan, che si vantano di attirare decine di migliaia di credenti.

Un protestantesimo diversificato, in piena espansione, i cui differenti rami sono coordinati in seno al Consiglio delle Chiese protestanti evangeliche dell’Ucraina. “Il mercato religioso è in espansione” dopo decenni di ateismo sovietico, sottolinea Michael Tcherenkov. “I protestanti non hanno quindi motivo di lanciarsi in una concorrenza spietata”. Secondo lo studioso, lo sviluppo delle varie comunità religiose accelera “in tempi di crisi. La semplicità del rito e il senso della carità dei protestanti, sono allora molto richiesti, così come le loro attività sociali”.

Protestanti nel Donbass
Era la regione industriale depressa del Donbass, nell’Ucraina orientale, a contare - prima dello scoppio della guerra, nel 2014 - il maggior numero di comunità protestanti. Ma poiché le forze russe e filorusse avevano fatto della difesa dell’ortodossia l’elemento di punta della loro lotta, la maggior parte delle comunità sono state interdette. Diversi pentecostali sono stati assassinati a Sloviansk nell’estate del 2014. E oggi è difficile reperire dati sullo stato delle comunità religiose nella regione.
In generale, in tutta l'Ucraina, la coesistenza di congregazioni protestanti con altri rami del cristianesimo è pacifica. Nessuno critica Oleksandr Turchinov, capo del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa - uno degli uomini politici più potenti del paese - per il fatto che sia un predicatore battista. Michael Tcherenkov vede due ragioni. Da un lato il dinamismo e la semplicità dei protestanti “spinge le altre confessioni cristiane ad andare oltre il solo aspetto del rito e a riflettere sui fondamenti della fede”. Dall’altro lato i protestanti ucraini “non cercano più di imporre la loro peculiarità o di criticare altre confessioni”, ma intendono ottenere una accettazione “intraprendendo azioni concrete a beneficio della società nel suo insieme”.

Solidarietà e pragmatismo
È ciò che ha attirato Maksym Letsiouk, 34 anni, nelle file della parrocchia riformata di Leopoli. “La mia comunità è molto coinvolta in ciò che succede intorno ad essa”, dice. L’attivismo è percepibile tra i membri della congregazione e ciò si riflette all’esterno. “Quando è iniziata la guerra, nel 2014, non siamo rimasti a braccia incrociate a condannare la situazione. Abbiamo cercato di esercitare un ruolo al fine di sostenere il nostro paese”, ricorda Maksym Letsiouk.
Il missionario texano Douglas Shepherd, a Leopoli, afferma che in Ucraina "la vita è dura”. La sua missione consiste nel rafforzare le fondamenta della comunità che ha contribuito a fondare nel 2011 e permettere ai fedeli di vivere la loro fede in tranquillità e autonomia. “Siamo finanziati da raccolte di fondi negli Stati Uniti, perciò non dobbiamo chiedere nulla ai fedeli locali”, afferma. Tra i progetti strutturali, la costruzione di una chiesa in sostituzione dei locali attuali. “Siamo una piccola comunità, ma ogni anno accogliamo nuove famiglie. Questo rafforza il nostro lavoro con i bambini”. Questa domenica mattina Maksym Letsiouk prende la parola al termine della funzione per annunciare all’assemblea che sua moglie Iryna è incinta. “Il futuro della nostra comunità sarà molto felice, ne sono certo”, si rallegra Douglas Shepherd. (religion.info; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

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