Valori religiosi al Prix Farel

La città di Neuchâtel accoglie ogni due anni il Festival internazionale del film a tematica religiosa che propone documentari di carattere esistenziale, etico o spirituale.

25 ottobre 2018

(Nicolas Meyer) Si apre domani a Neuchâtel l'edizione 2018 del Prix Farel, festival internazionale del film a tematica religiosa. Quest’anno sono state inviate agli organizzatori oltre cento opere. Una trentina sono i film in programma. “Le opere selezionate sono legate a tematiche religiose in senso ampio. Devono trattare delle dimensioni trascendenti della vita che pongono domande esistenziali. Importante è anche la qualità estetica e giornalistica”, precisa Cyril Dépraz, presidente del comitato del premio Farel e produttore, per le chiese riformate, del programma “Faut pas croire”  della radiotelevisione svizzera (RTS).

Definire il religioso
Nella selezione figurano anche i grandi temi dell’attualità: “Diamo particolare spazio ai film che si occupano della dignità umana, della giustizia riparativa, della tutela dell’ambiente e della questione dei migranti”, aggiunge. Il produttore si dice molto soddisfatto della ricchezza e della varietà della programmazione di questa edizione.
“Che cos’è religioso e che cosa non lo è? Questo dibattito è stato una costante sin dalla creazione del festival nel 1967”, ricorda André Kolly, direttore del Centro cattolico di radio e televisione (CCRT) dal 1988 al 2009 e perno del premio Farel. “Film che testimoniano di una realtà sociale legata per esempio al carcere o alla droga non sono affatto fuori tema”, conclude.
Temi “puramente religiosi” hanno la priorità nella selezione. “I film che trattano specificamente di religione  sono spesso abbastanza critici verso l’istituzione o certe correnti religiose”, è l’analisi di Cyril Dépraz. Ad esempio il vincitore dell’edizione del 2014, intitolato “Tuez-les tous!” (“Uccideteli tutti”), affrontava la questione dell’omosessualità in Uganda. L’inchiesta descrive nel dettaglio come dietro i progetti di legge volti a perseguitare gli omosessuali ci siano Chiese evangeliche nordamericane. “Quest’anno la programmazione include un documentario che si occupa del nazionalismo buddista in Birmania”.

Favorire l’incontro
Tra gli obiettivi del festival c’è anche quello di essere un luogo di incontro tra registi. Una somma importante è destinata alle spese di viaggio e di soggiorno. “Abbiamo una dotazione complessiva di 80.000 franchi circa; un quarto è destinato ad accogliere i partecipanti e la giuria internazionale”, precisa Cyril Dépraz. Un gesto particolarmente apprezzato dagli addetti a questa professione che a volte faticano a sbarcare il lunario. “Oggi fare film è spesso una vera e propria sfida. I registi sono particolarmente felici di essere accolti nelle migliori condizioni per poter presentare il loro lavoro e parlarne con il pubblico e con altri professionisti”, aggiunge il produttore.

Crocevia culturale
La città di Neuchâtel sostiene attivamente il premio Farel. Da molti anni il dicastero della cultura assume la segreteria amministrativa del festival. “L’evento arricchisce l’offerta culturale della nostra regione. Offre la possibilità alla popolazione di vedere gratuitamente film di grande qualità che ci interrogano sulle nostre pratiche etiche e religiose”, sottolinea Patrice Neuenschwander, delegato alla cultura della città di Neuchâtel. “È importante per noi che questa manifestazione resti a Neuchâtel e non venga trasferita in un’altra città”, aggiunge.
Per il delegato alla cultura il festival è anche un’opportunità per far scoprire la città e le sue ricchezze alla “gente dei media” proveniente dalla Svizzera, dalla Francia, dal Belgio, dal Canada e anche dall’Italia.

Patrice Neuenschwander sottolinea che il premio Farel è anche un mezzo per rafforzare i legami con le chiese locali che partecipano all’organizzazione della manifestazione: “Abbiamo già avuto numerose interazioni con le Chiese in passato. L’anno scorso c’è stata un’eccellente collaborazione con la Chiesa riformata di Neuchâtel nell’ambito delle celebrazioni per i 500 anni della Riforma”. Il fatto che il festival onori la memoria del riformatore Farel, figura importante della storia neocastellana, è anche un elemento culturale importante.

Storie di qualità
Ottenere un riconoscimento al premio Farel permette ai registi di acquisire una reale visibilità e di far conoscere i loro film per future distribuzioni. Un’ulteriore motivazione per Cyril Dépraz: “Il mio compito è di promuovere buone storie ben raccontate, di farle conoscere a un pubblico più ampio”.

Per il produttore il festival permette di non lasciarsi sfuggire piccoli gioielli. “La commistione tra i diversi attori coinvolti, che sono le Chiese, la RTS, la città di Neuchâtel, i registi e i produttori, crea un'amalgama molto interessante”, sostiene Cyril Dépraz. Gli scambi di opinioni tra persone di paesi diversi aprono alla comprensione di altre realtà. Un partecipante proveniente da un paese o da una ragione a maggioranza cattolica vedrà necessariamente le cose in modo diverso da chi affonda le proprie radici in terre protestanti. (da Réformés; trad. it. G. M. Schmitt)

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