Quando la politica semina odio

È di undici vittime il bilancio dell’attentato alla sinagoga di Pittsburgh compiuto ieri dall’estremista di destra Robert Bowers

28 ottobre 2018

(ve) “L’odio negli Stati Uniti è terribile, qualcosa deve essere fatto”, è stato il primo commento del presidente americano Donald Trump alla notizia dell'attentato alla sinagoga di Pittsburgh che ha causato undici vittime. Ma diverse voci attribuiscono proprio a lui pesanti responsabilità per il clima di ostilità crescente, di divisione e di odio che si sta diffondendo negli Stati Uniti, a poche settimane dalle elezioni di medio termine.

Vento e tempesta
In una intervista con il "Corriere della Sera", rilanciata da "Pagine Ebraiche", lo scrittore André Aciman sostiene: “L’antisemitismo è una realtà che in America esisteva anche prima, tuttavia restava nascosta. Ma Trump ha propagato e sfruttato l’odio. In questo è stato un genio, certo un genio malefico”. E prosegue: “Credo che il clima sia cambiato, la gente pensa di poter prendere ogni questione nelle proprie mani. La gente emarginata, senza lavoro, senza avvenire se la prende con i democratici, con gli ebrei, col primo che capita e si sente in diritto di esprimere un odio che nasce dalla profonda frustrazione”.

Donald Trump, il presidente si dice indignato

Sul quotidiano "Repubblica", Federico Rampini scrive: “Una spirale di violenza trasforma gli ultimi giorni della campagna elettorale americana in un incubo. L’apprendista stregone Donald Trump aveva seminato vento per anni, improvvisamente raccoglie tempesta". Rampini ricorda che durante la campagna per le presidenziali Trump "incitava i suoi fan a picchiare i contestatori dei suoi comizi" e "ebbe parole d’indulgenza verso i suprematisti bianchi".

Strategia della paura
Accuse alla strategia della paura usata da Donald Trump per polarizzare la società americana sono state espresse anche dal pastore Jim Wallis, editore di "Sojourners", mensile della sinistra evangelical americana. "I comizi di Trump, così come i suoi tweet", scrive Wallis in un editoriale di "Sojourners", "rivelano chiaramente una strategia politica basata sulla paura, tesa a diffondere in continuazione bugie che non vengono mai smentite e che evocano esplicitamente il risentimento razziale e l'odio".

Jim Wallis, pastore ed editore di "Sojourners"

La conclusione cui giunge il pastore, è che "lo scopo del presidente è quello di dividere la società americana, in particolare lungo le linee della razza. Certo, non sappiamo con esattezza chi sia responsabile per le recenti ondate di violenza [il riferimento è ai pacchi bomba consegnati a esponenti democratici, ndr.], ma è innegabile che esista una relazione tra la retorica presidenziale contro tutti gli oppositori e i media, e le azioni violente contro quelle stesse persone". Secondo Wallis, oggi in America non è più lecito dire, riferendosi a Trump, "Non mi piace la sua retorica e i suoi tweet, ma mi piace la sua politica", proprio a causa del probabile rapporto tra questi e la violenza che scuote la società americana.

Un monito alla politica
Ciò che sta avvenendo in America non può lasciare indifferente chi si preoccupa per il clima di crescente polarizzazione che si va affermando anche in Europa. La politica fatta di appelli incendiari, apparentemente pagante in termini elettorali, ha un costo altissimo: quello della disgregazione della società, della delegittimazione delle istituzioni democratiche, della perdita di credibilità delle autorità. È necessario un ritorno alla ragionevolezza, alla serietà, al compito primario della politica che consiste nella gestione della cosa pubblica per il bene della collettività. (Paolo Tognina)

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