Xenofobia, razzismo, nazionalismi

Comincia oggi a Roma la “Conferenza mondiale su xenofobia, razzismo e nazionalismi populisti nel contesto delle migrazioni globali”

18 settembre 2018

(ve) È la prima volta che il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), promuovono insieme un evento, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Segno che le sfide sono importanti e urgente è l’azione delle Chiese. “Il razzismo è un pensiero che stabilisce una superiorità dell'uno sull'altro" ha dichiarato all'agenzia SIR mons. Bruno Marie Duffé segretario del Dicastero vaticano. "È un sistema inaccettabile che dovrebbe essere denunciato come una cultura della morte. Il populismo è uno sfruttamento politico delle paure collettive: annuncia un futuro per alcuni e un'esclusione per gli altri. La nostra speranza cristiana è invece rivolta a tutti senza discriminazione”.

Prima conferenza mondiale
Le paure, i populismi, la cultura dell’odio, la visione dell’altro come una minaccia. Di tutto questo si parlerà alla “Conferenza mondiale su xenofobia, razzismo e nazionalismi populisti nel contesto delle migrazioni globali” che comincia oggi a Roma e terminerà giovedì prossimo con un’udienza dei partecipanti con papa Francesco. Un evento che vede per la prima volta insieme il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), in collaborazione con il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Segno che le sfide sono importanti e urgente è l’azione delle Chiese. L'incontro vede la partecipazione di leader ecumenici ed esperti, esponenti della società civile, del mondo accademico e religioso provenienti da tutto il mondo.

mons. Bruno Marie Duffé

“Le Chiese cristiane - nella diversità delle loro storie, culture e pratiche - condividono la stessa preoccupazione per il rifiuto di accogliere e proteggere coloro che sono costretti a lasciare la loro terra, a ragioni legate alla violenza, alla miseria, all’abuso di potere o ai cambiamenti climatici”, prosegue mons. Duffé. “Come accogliere e proteggere i migranti quando un certo numero di cittadini - e talvolta anche fratelli nella fede - chiudono le loro porte alle migrazioni perché ritengono che ‘destabilizzano’ la loro società, nazione o comunità", chiede ancora il segretario del Dicastero.

Mons. Duffé, nel passato razzismo e xenofobia hanno scritto le più drammatiche pagine della storia dell’umanità: genocidi, olocausti, persecuzioni. Perché oggi queste derive sono tornate?
Conosciamo le argomentazioni avanzate per giustificare una posizione più o meno sistematica di “rifiuto dell’altro”. L’altro - straniero e migrante - sarebbe una minaccia per l’equilibrio della società, la sua “unità” e il suo “futuro”. Non c’è dubbio che le generazioni attuali non hanno più memoria delle pagine più buie della storia del genere umano, in particolare nella prima metà del 20.esimo secolo, delle guerre e dei genocidi che sono stati alimentati da dichiarazioni razziste e antisemite. Le attuali generazioni in Europa hanno beneficiato di un periodo di sicurezza e progresso economico e temono di perdere i benefici di questo periodo condividendo ciò che hanno. La presenza dei migranti rappresenta un rischio per la sicurezza del loro Paese. C’è a volte un’identificazione tra “migranti” e “stranieri” con “delinquenti” e “terroristi”. Tutto ciò sottolinea che abbiamo bisogno di un’analisi delle nostre paure: paura della mancanza, paura dell’insicurezza, paura del futuro.

Immigrazione, cambiare tutto (Segni dei Tempi RSI La1)

Perché la Conferenza di Roma nasce in collaborazione con il CEC? E qual è il messaggio che le Chiese vogliono lanciare?
Perché sono temi che toccano il cuore della nostra fede comune: la questione del fratello e della solidarietà tra essere umani che abitano su questa terra. Se possiamo fare un appello alle persone e alle comunità, sarebbe quello di cercare di capire cosa ha spinto e costretto così tanti uomini, donne e bambini a lasciare la loro terra per cercare protezione, lontano da casa. La xenofobia è la paura di chi non parla la nostra lingua o non condivide la nostra religione. Solo l’incontro, come sottolinea spesso papa Francesco, può farci uscire dalla paura e farci scoprire la “ricchezza” e la nobiltà dell’altro, compresi i più poveri. Il razzismo è un pensiero che stabilisce una superiorità dell’uno sull’altro. È un sistema inaccettabile che dovrebbe essere denunciato come una cultura della morte.

Che ruolo possono svolgere le Chiese?
Le Chiese devono testimoniare con lo sguardo, l’azione, la parola e la partecipazione ad un progetto politico che onori i diritti fondamentali. La testimonianza dei cristiani inizia, dal punto di vista dell’azione, dalla protezione delle persone che soffrono e dalla ricerca di mezzi che permettano di vivere insieme, nel diritto e nella responsabilità condivisa. Non si tratta di essere idealisti. Occorre agire perché è urgente e le persone sono in pericolo. Si tratta anche di “pensare bene”, cioè di fare affidamento su progetti e istituzioni che tutelano il diritto e i diritti. (AgenSIR, M. Chiara Biagioni; adat. Paolo Tognina)

Temi correlati

ecumenismo diritti umani

Articoli correlati