Imprese svizzere irresponsabili

Multinazionali elvetiche violano regolarmente i diritti umani e le norme ambientali

14 settembre 2018

(ve) Ogni mese un'azienda svizzera all'estero è coinvolta nella violazione dei diritti umani o delle norme ambientali. La denuncia proviene dalle organizzazioni cristiane di cooperazione internazionale Pane per tutti e Sacrificio Quaresimale le quali hanno contato almeno 64 casi di questo tipo negli ultimi sei anni, attribuibili a 32 aziende. Secondo i due organismi, tali cifre "illustrano la debolezza delle misure su base volontaria e l'urgenza dell'Iniziativa per multinazionali responsabili, che obbligherebbe le imprese a valutare meglio i rischi del loro agire a livello di diritti umani e ambiente".

Oltre 60 casi di violazione
I casi documentati riguardano oro estratto illegalmente che finisce nelle raffinerie svizzere; bambini che lavorano in cave gestite da fornitori dell'industria del cemento; aziende di materie prime che inquinano il suolo, l'acqua e l'aria. Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti hanno raccolto e analizzato i casi venuti alla luce negli ultimi anni. Tra il 2012 e il 2017, imprese svizzere all'estero sono state coinvolte nella violazione dei diritti umani o delle norme ambientali almeno 64 volte.

Glencore guida la classifica
A finire più spesso nel mirino a motivo di violazioni dei diritti umani o delle norme ambientali sono le aziende produttrici di materie prime. Un terzo circa dei casi segnalati e inclusi nella lista provengono da questo settore, undici dei quali sono stati causati solo dal gruppo Glencore di Zugo. Al secondo posto ci sono le banche e l'industria alimentare, ciascuna con sette casi. Per quanto riguarda il tipo di caso segnalato, quelli relativi a inquinamento ambientale sono i più numerosi (21%), seguiti dagli episodi di violazione dei diritti dei lavoratori e delle norme di sicurezza sul lavoro.

Banche svizzere e olio di palma (Segni dei Tempi RSI La1)

Necessari controlli più severi
L'analisi include violazioni o accuse corrispondenti che sono state studiate dai media, dalle organizzazioni internazionali o dalle ONG e che sono ben documentate. Pane per tutti e Sacrificio Quaresimale non escludono che ci sia un numero elevato di casi non segnalati.
Gli organismi di cooperazione fanno notare che solo cinque società sono responsabili della metà di tutti i casi: Glencore, Nestlé, LafargeHolcim, Syngenta e Credit Suisse. "Sembra che le precauzioni volontarie a cui queste grandi imprese fanno sempre riferimento non possano impedire il coinvolgimento nei problemi legati ai diritti umani e all’ambiente", ribadiscono Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti, i quali sottolineano perciò l'importanza e l'urgenza dell'iniziativa per multinazionali responsabili. Secondo le organizzazioni cristiane, l'introduzione di un obbligo di dovuta diligenza "contribuirebbe a ridurre il numero di violazioni dei diritti umani e dell'ambiente da parte di imprese svizzere".

La risposta di Glencore
Glencore respinge le accuse: “Il nostro approccio nei confronti dei diritti umani è ancorato nel nostro codice di condotta”, scrive l’impresa con sede a Baar in una mail a Kath.ch. L’impresa si impegna ad “applicare i più elevati standard internazionali” ovunque operi. “Questo non significa che nell’applicazione del nostro approccio non vi siano sfide da superare”, conviene Glencore. L’impresa di materie prime critica il fatto che prima della pubblicazione del rapporto non le sia stato concesso di pronunciarsi in merito. “Ci farebbe piacere avere l’opportunità di discutere con Pane per tutti della loro analisi”. (AllianceSud/Kath.ch; adat. Paolo Tognina)

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