Aretha Franklin dal gospel al soul

Aretha Franklin iniziò la carriera con la musica gospel e fu in seguito incoronata “Queen of Soul”

19 settembre 2018

(Adelle M. Banks) Chiamata spesso semplicemente “Aretha”, la Franklin mosse i primi passi nella chiesa di suo padre, il pastore C.L. Franklin. Fu nella New Bethel Baptist Church, la chiesa dove suo padre era pastore, che registrò il suo primo album, “Spirituals”, all’età di 14 anni.

Radici nelle chiese nere
“Aretha, come Al Green, è tra i pochi artisti universalmente accettati nelle chiese afroamericane”, sostiene Bill Carpenter, autore di “Uncloudy Days: The Gospel Music Encyclopedia”. Secondo Carpenter, “la chiesa spesso ripudia artisti che interpretano il R&B considerandoli apostati e li rifiuta quando tornano e cantano il gospel. Tuttavia per Aretha ha sempre fatto eccezione”.
Quando alla Franklin, nata a Memphis, Tennessee, e cresciuta a Detroit, fu conferita nel 2005 la Medaglia presidenziale della libertà dall’allora presidente George W. Bush, la motivazione recitava: “La sua voce immediatamente riconoscibile incanta gli ascoltatori sin da quando girava con la gospel revue del padre, negli anni Cinquanta”.

What a Friend We Have in Jesus

La vena gospel
La cantante gospel e soul Candi Staton, che condivise il circuito gospel con la Franklin durante il decennio in cui erano adolescenti, ricorda che Aretha era “una cantante di talento sin da giovanissima”, benché allora nessuno intuisse ancora i successi che avrebbe ottenuto con quella voce. “Quel che mi piace è che non ha mai perso il contatto con la chiesa", afferma, "e ha sempre espresso attraverso la sua musica ciò che aveva appreso in chiesa: sapeva portarti in chiesa anche se stava cantando di un mascalzone”.
Carpenter riconosce che la Franklin, battista per tutta la vita e la cui madre e le cui sorelle erano cantanti gospel, influenzò artisti dei più svariati generi, dal R&B al country. Ma la Franklin ispirò anche parecchi artisti gospel, da Richard Smallwood e The Hawkins Family ad artisti che vennero dopo di loro come Karen Clark Sheard, Donald Lawrence e Anita Wilson. “La voce di Aretha portava gli ascoltatori in una dimensione in cui poche altre erano in grado di portarli”, insiste Carpenter. “Che cantasse un motivo di Broadway, uno standard jazz o un brano R&B, non faceva mai mancare una nota di autentico sapore gospel afroamericano”.

God Will Take Care of You

Amazing Grace
Nota per brani come “(You Make Me Feel Like) A Natural Woman” e “Respect”, Aretha Franklin parla della fede anche nella canzone d’amore "I Say a Little Prayer", in cui inizia cantando “The moment I wake up / Before I put on my makeup / I say a little” subito seguita dall’intervento delle coriste con “prayer for you” (“Appena mi sveglio / prima di truccarmi / dico una piccola / preghiera per te”). Il suo album più venduto, “Amazing Grace”, pubblicato nel 1972, è tra le cinque registrazioni della Franklin presenti nella Grammy Hall of Fame. “I critici parlavano sempre della sensibilità gospel nella voce di Aretha, perciò l’interesse fu enorme quando infine incise un album gospel vero e proprio come ‘Amazing Grace’”, ricorda Carpenter. “È stato per anni l’album gospel di un’interprete femminile più venduto di tutti i tempi. Fino a quando ‘The Preacher’s Wife’ di Whitney Houston non lo scalzò dalla vetta dei 3 milioni di copie vendute”.
L’album doppio della Franklin include tra l’altro il classico inno di John Newton da cui prende il titolo, “What a Friend We Have in Jesus” e “God Will Take Care of You”.

I Say a Little Prayer

Fede e guarigione
Qualche volta la Franklin parlò della sua fede invece di cantarne. Quando nel 2017 il “Chicago Sun-Times” le chiese quanto fosse importante la fede per lei, la Franklin rispose: “È molto importante. Mi ha indubbiamente sostenuto fino a oggi”. Qualche anno prima, nel 2013, disse alla Associated Press che la sua guarigione da una malattia non meglio specificata di cui aveva sofferto per diversi mesi era considerata “assolutamente miracolosa”. Al giornalista dell'agenzia, dicce: “Stavo parlando con Smokey Robinson, il mio grande vecchio amico Smokie, del fatto che certi dottori non hanno molta familiarità con la guarigione per fede. E Smokie rispose: ‘Beh, non sanno chi è il tuo guaritore’”.

Never Gonna Break My Faith

Hall of Fame
Aretha Franklin fu la prima donna a essere introdotta nella Rock & Roll Hall of Fame di Cleveland, nel 1987. “Nella sua estesa carriera Aretha Franklin ha ricoperto molti ruoli - la devota cantante gospel, la sensuale sirena R&B, il fenomeno pop crossover, Lady Soul - e li ha dominati tutti”, si legge sul sito della Hall of Fame. Lo stesso anno in cui fu introdotta nella Hall of Fame la Franklin tornò a registrare musica gospel alla New Bethel per l’album “One Lord, One Faith, One Baptism”, che vinse un Grammy per la migliore performance soul.
Tra i più recenti Grammy conquistati, quello nel 2007 per "Never Gonna Break My Faith" con Mary J. Blige. La canzone fa parte della colonna sonora del film “Bobby”, che narra l’assassinio, nel 1968, del senatore statunitense Robert Kennedy. Nel 2010 fu poi la volta di un Grammy per “You’ve Got a Friend”, registrata con Ronald Isley.
Aretha Franklin, che nel 2017 aveva annunciato l’intenzione di ritirarsi dalle scene, sperava di poter esibirsi ancora nel 2018. E invece la sua voce si è spenta per sempre. (da religionnews.com; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

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