Laureati due imam svizzeri

La formazione accademica di personale spirituale islamico è una strada promettente inaugurata a Ginevra

13 agosto 2018

(ve) L’Università di Ginevra ha consegnato, negli scorsi giorni, il diploma a due studenti musulmani che hanno portato a termine il corso destinato a imam e docenti di teologia islamica. Il nuovo titolo di studi esiste da un anno e prevede competenze in storia elvetica, diritto, dialogo interreligioso e interculturale, etica, pluralismo e teologia islamica. La conoscenza del francese è d’obbligo.

Esperienza positiva
I neolaureati - per ora due su sei studenti hanno superato l’impegnativo piano di studi - hanno conseguito con successo la “Formazione per imam e insegnanti di istruzione religiosa islamica". Questo, infatti, il titolo ufficiale del Certificate of Advanced Studies (CAS), nato all’Università di Ginevra nel settembre 2017, e i cui docenti sono stati scelti dopo un accurato screening. È quanto ha riferito a Réforme Elisa Banfi, coordinatrice scientifica del programma, che giudica positivamente questa prima esperienza, anche se vorrebbe vedere più donne iscritte.

Attori e non vittime
I corsi si svolgono in due semestri. Il primo è organizzato attorno alla padronanza della lingua francese e alla decodifica socioculturale. Obiettivo: assicurare un livello di comprensione dei partecipanti e rimuovere tutti i fraintendimenti, molti nel complesso campo della teologia. "Il termine ‘laicità’ non significa la stessa cosa in turco e in francese", afferma Banfi. Per non parlare del lavoro di interpretazione del Corano, del concetto di "jihad", del rispetto per gli atei. Sul fronte del dialogo interreligioso tra le “scoperte” degli studenti figura la tradizione protestante: in particolare sembrerebbe formativo l’incontro con docenti in grado di conciliare la loro fede e la ricerca accademica. In agenda anche temi etici più spinosi come il suicidio assistito, previsto dalla normativa elvetica. “Gli studenti hanno capito che queste importanti questioni etiche devono essere poste. Non ci rendiamo sempre conto di quanto il mondo in cui viviamo sia davvero complesso, quanto sia sofisticata la società svizzera. Di fronte a questo, gli imam devono essere in grado di posizionarsi come attori, non come vittime", conclude Banfi.

Altre esperienze
Sulla stessa linea anche l’autorevole Centro svizzero per l'Islam e la società (CSIS) dell’Università di Friburgo, operativo dall’inizio del 2015, che in chiave multidisciplinare focalizza la propria ricerca su questioni sociali, interreligiose e di etica sociale. Tra i suoi obbiettivi: favorire il dialogo e stimolare il dibattito e la riflessione sull'islam nel contesto svizzero. Il CSIS, fortemente voluto dall’allora presidente della Conferenza dei rettori svizzeri, il valdese di Basilea Antonio Loprieno, collabora con diverse università in Svizzera e all'estero. Scopo ultimo dell’istituto è contribuire alla pacifica convivenza in una società plurale. (Gaelle Courtens)

Il volto conciliante dell'islam (Segni dei Tempi RSI La1)

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