Lo svizzero che salvò gli ebrei

Fondata a Berna la Società Internazionale Carl Lutz per preservare la memoria dell'opera del diplomatico elvetico a Budapest

18 agosto 2018

(ve) Il diplomatico svizzero ed evangelico metodista Carl Lutz (nella foto, con la moglie Gertrud) salvò, durante la seconda guerra mondiale, decine di migliaia di ebrei. La memoria del suo operato è stata custodita e promossa finora dalla figliastra, la giornalista Agnes Hirschi. Ora questo compito sarà affidato alla "Carl Lutz Gesellschaft", fondata giovedì scorso a Berna.
La neocostituita associazione intende sostenere la ricerca storica intorno alla figura e all'opera di Carl Lutz, ma vuole anche lanciare dei nuovi progetti, con particolare attenzione alle azioni dettate dal coraggio civile e dall'altruismo. Il pubblico a cui l'associazione intende rivolgersi è soprattutto quello delle nuove generazioni, alle quali - si afferma in un comunicato della "Carl Lutz Gesellschaft" - il diplomatico svizzero potrebbe fungere da modello.

Agnes Hirschi

Nazisti abilmente ingannati
Carl Lutz era originario dell'Appenzello e fu, dal 1942 fino alla fine del secondo conflitto mondiale, viceconsole svizzero a Budapest. Nella capitale magiara, Lutz diresse la sezione incaricata di rappresentare gli interessi stranieri e dunque funse da rappresentante di paesi che erano in guerra con l'Ungheria, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.
Animato da profonda fede evangelica, Lutz riuscì a fornire a decine di migliaia di ebrei documenti che permisero loro di emigrare verso la Palestina. Con questa azione, il diplomatico evitò che quelle persone fossero deportate nei campi di sterminio.
Lutz riuscì in un primo tempo a procurarsi, dalle autorità d'occupazione naziste, 8000 lasciapassare. Successivamente ricopiò quei documenti più volte, allo scopo di mettere in salvo il maggior numero possibile di persone. Il viceconsole svizzero riuscì inoltre ad estendere la protezione diplomatica a 76 edifici nella città di Budapest, trasformandoli di fatto in abitazioni-rifugio per i perseguitati.

Carl Lutz, l'eroe dimenticato

Deluso dalla Svizzera
L'opera di Lutz venne immediatamente riconosciuta e apprezzata all'estero, mentre in Svizzera le autorità tergiversarono a lungo e anzi rimproverarono al viceconsole di avere oltrepassato i limiti della sua competenza. Il comportamento delle autorità elvetiche amareggiò profondamente Lutz il quale combatté, invano, per anni, affinché il suo operato fosse riconosciuto in Svizzera.
Carl Lutz morì nel 1975 ed è sepolto nel cimitero bernese di Bremgarten.

Riconoscimento postumo
Nel 1963 il comune di Walzenhausen AR, dove era nato, gli conferì la cittadinanza onoraria. L'anno successivo il Memoriale di Yad Vashem, in Israele, proclamò lui e la sua prima moglie, Gertrud Lutz-Fankhauser, "Giusti tra le Nazioni".
Solo a metà degli anni 1990 le autorità elvetiche - spinte a ciò dalla discussione intorno ai beni ebraici in giacenza nelle banche svizzere - decisero di riconoscere l'operato di donne e uomini coraggiosi che si batterono per difendere e salvare gli ebrei. Tra questi, ci fu pure Carl Lutz, il quale venne riabilitato nel 1995.

Paul Grüninger, un resistente svizzero (Segni dei Tempi La1)

Nell'aprile del 2018, la più grande sala delle riunioni di Palazzo Federale, a Berna, è stata dedicata a Carl Lutz (sda/no; Paolo Tognina)

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