Gospel, soul e diritti civili

Si è spenta all'età di 76 anni la regina del soul Aretha Franklin

17 agosto 2018

(Nathalie Lacube) All'inizio c'era il gospel, cantato dalla figlia del pastore della New Bethel Baptist Church di Detroit, nel Michigan. Nella famiglia del reverendo C. L. Franklin, amico di Martin Luther King e di Mahalia Jackson, tutti cantano: il padre, la madre Barbara, la zia Clara Ward (dei Ward Singers), le tre figlie Aretha, Carolyn ed Erma e i due figli.

Bruciando le tappe
L'infanzia di Aretha è dura, caratterizzata dalla severità del padre e dall'abbandono della madre. Aretha ha un talento straordinario, un orecchio finissimo, una tecnica canora stupefacente, una voce che copre quattro ottave, una capacità strepitosa di interpretare il gospel trasmettendone l'emozione sacra. Dalla fede ricava l'energia che pervade il suo canto. D'istinto padroneggia il crescendo, alterna silenzio e grido, trova il ritmo e le rotture e il fervore che inebria il pubblico.
Ma l'infanzia finisce bruscamente. A 9 anni incide due dischi, come corista di suo padre, per Gotham Records; a 11 anni diventa solista nel coro della sua chiesa; a 14 anni, già madre di un bambino, incide il suo primo disco da solista a Detroit; a 15 anni mette al mondo un altro figlio.

Aretha Franklin - A Natural Woman

Tra sacro e profano
Nel 1960, all'età di 18 anni, Aretha Franklin lascia i suoi due figli alla nonna e parte per New York. John Hammond, lo scopritore di Billie Holiday e Count Basie (più tardi sarà la volta di Bob Dylan e Bruce Springsteen), le fa firmare un contratto con la Columbia. Pubblica il suo primo disco importante, "The Great Aretha Franklin".
Columbia vorrebbe fare di lei una cantante jazz. Aretha ci prova, incide una decina di album, ma la carriera non decolla. Nel 1967 cambia etichetta, firma per Atlantic, dove il suo temperamento può finalmente emergere.  "I never loved a man", "Respect", "Baby I love you", "A natural woman" sono tutte canzoni che escono quell'anno. È la nascita di un fenomeno geniale, trionfante, insolente.

Aretha Franklin - Respect

Regina del soul
La sua versione di "Respect", un brano di Otis Redding, registrato con le sue due sorelle come coriste, diventa un inno di liberazione, di affermazione dei principi femministi e di provocazione sessuale. È il grido di una donna afroamericana, la colonna sonora di un'epoca. I successivi tre album - "Aretha Arrives" (1967), "Lady Soul" (1968) e "Aretha Now" (1968), la consacrano, in America, "regina della musica soul".
Il 9 aprile 1968, Aretha Franklin canta "Precious Lord" ai funerali di Martin Luther King. Chi meglio di lei avrebbe potuto accompagnare il dolore e la fede immensa di coloro i quali piangono il pastore assassinato?  È negli inni, sospesi tra il gospel e il rhythm and blues, tra sacro e profano, che trova i suoi accenti più intensi, come in "I say a little prayer". L'album "Amazing Grace", inciso nel 1972, in una chiesa battista di Los Angeles, la porta ancora più in alto.

Aretha Franklin - I Say a Little Prayer

Icona dei diritti civili
Angélique Kidjo - che all'epoca aveva 12 anni - racconta, nelle sue memorie, lo straordinario impatto che ebbe su di lei l'arrivo di quell'album nel Benin. "Era la prima volta che vedevo una donna nera sulla copertina di un disco: Aretha, seduta sui gradini di una chiesa, la cui porta è aperta, vestita con un magnifico abito africano. Guarda davanti a sé, con un lieve sorriso e un'aria di grande serenità. Tutto, in quell'immagine, indica verso un orizzonte aperto e un mondo di possibilità".
Divenuta un simbolo politico e un'icona dei diritti civili, oltre che una star mondiale,  Aretha Franklin ha cantato "God Bless America" in occasione dell'investitura del presidente Jimmy Carter nel 1977, "I dreamed a dream" per quella di Bill Clinton nel 1993 e "My Country ’Tis of Thee", per quella di Barack Obama nel 2009. George W. Bush le attribuì, nel 2005, la medaglia della Libertà, la più alta onorificenza americana per un civile.

Ciò che rimane è il gospel
Sposata due volte, ha messo al mondo altri due figli e non ha mai cessato di lavorare con i più grandi musicisti in circolazione, da Eric Clapton a Quincy Jones, da Bobby Womack a Elton John e molti altri. Nel 1980 fece un'apparizione sensazionale nel film "Blues Brothers", nel 1986 interpretò, con grande energia, "Jumping Jack Flash" dei Rolling Stones.

Aretha Franklin - Think

La regina del soul divenne la prima donna ad essere ammessa, nel 1987, nella Rock and Roll Hall of Fame. Nel 1997 riuscì ad esaudire un desiderio coltivato a lungo: all'età di 55 anni, fu ammessa alla scuola Julliard di New York per studiare il piano classico. Tra le sue ultime apparizioni in pubblico, quella davanti a papa Francesco, in occasione dell'Incontro mondiale delle famiglie, a Filadelfia, nel 2015, per cantare "Amazing Grace". Perché alla fine, ciò che rimane è il gospel. (da La Croix; trad it. Paolo Tognina)

Aretha Franklin - Amazing Grace

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