Il mercato della cannabis negli Stati Uniti

Legalizzata in 29 Stati - in 8 per uso ricreativo e in 21 a scopo terapeutico -, quello della cannabis è un mercato molto redditizio

27 febbraio 2017

(Noémie Taylor-Rosner) Gli americani stanno vivendo una rivoluzione “verde” di portata nazionale? Lo scorso 8 novembre, lo stesso giorno in cui l'America eleggeva Donald Trump, altri sette Stati legalizzavano il consumo di cannabis: a scopo terapeutico in Arkansas, Florida e Dakota del Nord e per uso ricreativo in California, Maine, Massachusetts e Nevada.
“Gli Stati dell'ovest hanno aperto la strada”, rileva Ethan Nadelmann, direttore della Drug Policy Alliance, un'associazione che si batte per la depenalizzazione. Nel 1996 la California è diventata il primo Stato a legalizzare la marijuana a scopo terapeutico, seguita dall'Oregon, dallo Stato di Washington e dall'Alaska. Nel 2012 il Colorado e lo Stato di Washington si sono spinti ancora più in là dando il via alla legalizzazione della cannabis per uso ricreativo.

Nel 1996 la California è diventata il primo Stato a legalizzare la marijuana a scopo terapeutico

Una rivoluzione verde
Nel 2017 una decina di Stati prevedono di pronunciarsi su nuovi progetti di legge orientati nel senso di una legalizzazione (terapeutica o ricreativa) o di una depenalizzazione.
Questo effetto domino è in parte imputabile al boom economico di cui beneficiano ormai i primi Stati che hanno adottato la legalizzazione della cannabis: nel 2016 il Colorado ha venduto cannabis e prodotti derivati per 1,3 miliardi di dollari (contro 996.000 dollari nel 2015). L'industria della marijuana ha anche permesso di creare 18.000 impieghi a tempo pieno. Il denaro delle tasse generato dalla vendita della cannabis è peraltro reinvestito dal Colorado in progetti di pubblica utilità come la costruzione di edifici scolastici e l'allestimento di programmi di prevenzione e di cura delle tossicodipendenze.

Uso terapeutico
Un modello accolto con favore dal pastore californiano Troy Vaughn, che ha sostenuto in prima persona la “prop 64” che ha permesso di legalizzare la cannabis per uso ricreativo nel Golden State lo scorso novembre. “Non incoraggio il consumo della marijuana, ma ritengo che la sua legalizzazione possa almeno contribuire a risolvere certi problemi all'interno delle nostre comunità”, sottolinea questo ex tossicomane che oggi si dedica alle persone affette da dipendenze a Los Angeles. “Invece di criminalizzare la cannabis e di incarcerare in massa i giovani, questo tipo di programmi permette al contrario di educare, di riabilitare e di avere un effetto dissuasivo”. Occorre a questo punto, ritiene il pastore Troy Vaughn, che la California devolva davvero il denaro della legalizzazione a programmi di aiuto che permettano ai giovani di uscire dalla droga. “Spero di non vedere accadere il contrario: dispensari a ogni angolo di strada a Inglewood [un quartiere svantaggiato in cui il pastore lavora e in cui vivono numerosi afroamericani, ndr]”.

Troy Vaughn

Il pastore e l'erba
Come un numero sempre maggiore di pastori negli Stati Uniti, Troy Vaughn è invece favorevole all'uso della marijuana a scopo terapeutico. “In quanto cristiani dobbiamo essere sensibili alla sofferenza degli altri e cambiare prospettiva”. Secondo gli Stati la cannabis può essere prescritta per alleviare diverse malattie: Parkinson, cancro, epilessia, disturbo post-traumatico da stress, AIDS e cure palliative. Alcuni ricercatori reputano che la marijuana medica sia anche associata a un basso numero di crimini violenti, ma senza che sia stato stabilito con chiarezza un nesso di causalità.
Benché sia ancora troppo presto per trarre effettivamente delle conclusioni, i primi dati resi pubblici forniscono indicazioni interessanti sui cinque primi anni di legalizzazione a fini ricreativi.

La legalizzazione della marijuana potrebbe contribuire a risolvere certi problemi all'interno delle nostre comunità

Disparità tra bianchi e neri
Punti positivi: gli incidenti stradali sono rimasti stabili nello Stato di Washington e in Colorado. In quest'ultimo Stato il consumo di cannabis tra gli adolescenti è rimasto lo stesso tre anni dopo l'apertura dei primi dispensari.
Secondo un rapporto reso pubblico a ottobre 2016 dalla Drug Policy Alliance, che cita dati ufficiali, “il crollo del numero di arresti legati al possesso, alla coltivazione o alla distribuzione di marijuana ha anche permesso alle giurisdizioni di risparmiare milioni di dollari [circa 10 milioni all'anno, ndr]”. Tra il 2000 e il 2010 lo Stato di Washington ha speso 200 milioni per far applicare la legislazione sulla marijuana. In compenso, il calo del numero di persone arrestate o incarcerate non incide sulle disparità tra bianchi e neri, con quest'ultimi che continuano a essere maggiormente e sproporzionatamente presi di mira dagli arresti.

Effetti della liberalizzazione
Dopo la legalizzazione della cannabis per uso ricreativo il numero di crimini violenti e contro la proprietà sembra non essere né sceso (contrariamente a quel che predicevano i fautori della legalizzazione) né aumentato (contrariamente a quel che sostenevano i contrari alla legalizzazione). Il traffico di cannabis proveniente dal Messico è in caduta libera (-37% dal 2011) e i narcotrafficanti hanno iniziato a sostituirlo con  quello di droghe pesanti più redditizie come l'eroina e la metanfetamina.
Ultimo punto negativo: la legalizzazione, contrariamente a ciò che sostenevano i suoi fautori, non ha posto completamente fine al mercato nero. Soprattutto perché la marijuana distribuita a scopo terapeutico negli ambulatori medici è disponibile a prezzi non tassati e questo incoraggia la rivendita (illegale) di cannabis in strada. (da Réforme; trad. it. G.M.Schmitt/vocevangelica.ch)

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