La famiglia Grillo da Sondrio alla Ruhr

Profughi religiosi e imprenditori in Germania, capaci di fare concorrenza ai Krupp e ai Thyssen

03 dicembre 2016

(Paolo Tognina) Percorrendo il "cammino dell’industrializzazione della Ruhr" (Route der Industriekultur"), da Bochum a Duisburg, da Gelsenkirchen a Essen, ci si imbatte più volte nel nome di una famiglia dalle evidenti origini italiane, i Grillo. Lo sviluppo dei settori dell’estrazione del carbone e della lavorazione dei metalli - in particolare acciaio e zinco - è legato infatti fino a oggi ai nomi di Friedrich (nella foto: il busto di Friedrich Grillo) e Wilhelm Grillo e a quelli dei loro discendenti. Ma la storia della famiglia Grillo è legata anche alle vicende del protestantesimo in Valtellina, tra Cinquecento e Seicento.

Protestanti valtellinesi
Giovanni Battista Grillo, detto “della Bajacca”, di Sondrio, sposato, padre di alcuni figli, predicatore evangelico in Valtellina, fu tra le vittime della sollevazione antiprotestante dell’estate del 1620. Non tutta la famiglia Grillo fu però sterminata. Tra gli scampati, un figlio di Giovanni Battista, Cristoforo, riuscì a fuggire e a riparare a Coira. Nella capitale retica Cristoforo Grillo esercitò la professione di ramaiolo, fino alla morte, sopraggiunta nel 1687.
In seguito i Grillo si diressero verso Halberstadt in Germania e, nel diciottesimo secolo, alcuni membri della famiglia giunsero nei paraggi di Unna, in Westfalia. Nel 1756, a Königsborn, Franz Georg Grillo, figlio del pastore riformato di Wettin an der Saale, divenne ispettore del sale. Suo figlio, Georg Friedrich Grillo, avviò la fortuna di questa famiglia nel Bacino della Ruhr.

La storia della famiglia Grillo è legata anche alle vicende del protestantesimo in Valtellina.

Georg Friedrich si stabilì ad Essen, dove sposò Johanna Catherina Funke, figlia di una famiglia benestante interessata a miniere, grandi costruzioni e birrerie. Dal loro matrimonio nacquero Wilhelm (1819-1889) e Friedrich (1825-1888), due tra i maggiori personaggi dell’epopea industriale della Ruhr, capaci di portare i Grillo a misurarsi con giganti dell’industria tedesca come i Krupp e i Thyssen.
Wilhelm Grillo divenne uno dei pionieri dell’estrazione, lavorazione e commercio dello zinco, espandendosi tra Oberhausen, Mülheim e Duisburg-Hamborn. Fu il fondatore della compagnia “Wilhelm Grillo”, ancora oggi attiva, in Germania e all’estero. Friedrich, fratello minore di Wilhelm, si rivelò uno straordinario quanto spericolato speculatore. Impegnato tra fabbriche, acciaierie e miniere di carbone, intervenne anche in società edili e manifatture vetrarie. Il crash finanziario del 1873 lo portò a un passo dalla rovina. Ripresosi, prima di morire volle donare alla città di Essen un grande teatro - il "Grillo Theater", che esiste tuttora e porta ancora questo nome -, costato allora la bellezza di 500'000 marchi.

Una famiglia, molte famiglie
Una storia di successo, quella dei Grillo [ricordata qualche anno fa in un articolo della “Ruhr Revue”, da cui sono tratte queste note], che lega Valtellina e Germania, vicende del protestantesimo e storia dell’emigrazione. E che si iscrive in quell’ampio e ancora poco studiato fenomeno dell’emigrazione dei profughi valtellinesi dopo l’eccidio del 1620 che coinvolse molte famiglie, come i Paravicini, i Gilardoni, i Cattaneo e altre ancora.

Temi correlati

cultura famiglia migrazione

Articoli correlati