L'archeologia applicata al Corano

Trovati dall’Università di Birmingham frammenti del Corano ritenuti i più antichi finora conosciuti

10 agosto 2015

(Sean Coughlan) Secondo la datazione al radiocarbonio il manoscritto ritrovato dovrebbe risalire ad almeno 1370 anni fa e ciò ne fa uno dei più antichi esistenti al mondo. Le pagine del testo sacro musulmano erano rimaste nascoste nella biblioteca universitaria per almeno un secolo. L’esperto di manoscritti della Biblioteca Britannica, Muhammad Isa Waley, afferma che questa “scoperta entusiasmante” non può che far gioire i musulmani.
Il manoscritto era stato conservato con una collezione di altri libri e documenti del Medioriente, senza essere identificato come uno dei più antichi frammenti del Corano del mondo.

I testi più antichi
Quando una ricercatrice PhD, Alba Fedeli, ha studiato più da vicino le pagine del manoscritto è stato deciso di effettuare l’analisi al radiocarbonio per la datazione e i risultati sono stati “sorprendenti”.
La direttrice universitaria delle collezioni speciali, Susan Worral, ha affermato che i ricercatori non si sarebbero aspettati “neppure nei loro sogni più audaci” di trovare testi così antichi. “Scoprire di avere a che fare con uno dei frammenti più antichi del mondo del Corano è stato incredibilmente eccitante”.
Il test al carbonio, realizzato dall’Università di Oxford, ha mostrato che i frammenti, scritti su pelle di pecora o capra, erano fra i più antichi testi del Corano giunti fino a noi. Questi test forniscono un “range” di date, mostrando che, con una probabilità superiore al 95%, la pergamena è databile fra il 568 e il 645.

L'autore ha conosciuto Maometto?
“Questi testi ci riportano indietro a pochi anni dopo la fondazione dell’Islam”, dice David Thomas, professore di Cristianesimo e Islam. “Secondo la tradizione musulmana, il profeta Maometto ricevette la rivelazione costituita dal Corano, la Scrittura dell’Islam, fra gli anni 610 e 632, anno della sua morte”. Il professor Thomas afferma che questa datazione dei testi di Birmingham implica che molto probabilmente la persona che li ha scritti fosse vissuta proprio al tempo del profeta Maometto. “La persona che li scrisse potrebbe anche avere conosciuto Maometto. Probabilmente lo deve avere incontrato e forse anche potrebbe averlo ascoltato pregare. Potrebbe averlo conosciuto personalmente - e questa è davvero una bella ipotesi”, afferma.

Testimone di prima mano
Il professor Thomas afferma che alcuni dei passaggi del Corano furono scritti su pergamene, pietre, foglie di palma e scapole di cammelli - e una versione finale, raccolta in forma di libro, fu completata nell’anno 650 circa.
Egli afferma che “le parti del Corano che sono scritte su queste pergamene possono presumibilmente essere datate a meno di due decenni dopo la morte di Maometto”.
“Queste parti del Corano devono essere state scritte in una forma molto simile a quella del Corano così come viene letto oggi, considerato che il testo ha subito poca o nessuna alterazione e che può essere datato ad un’epoca molto vicina al tempo in cui si ritiene che avvenne la rivelazione”.
Il manoscritto, realizzato in caratteri Hijazi, antica forma di arabo scritto, diviene così uno dei più antichi manoscritti del Corano esistenti al mondo.
Dato che il radiocarbonio fornisce un “range” di possibili date, ci sono pochi altri manoscritti in collezioni pubbliche o private che hanno una datazione simile. Quindi non è possibile definire con certezza quale sia il più antico. Ma la più antica datazione possibile dei manoscritti di Birmingham - anno 645 - li pone certamente fra i più vecchi.

Un superstite prezioso
Il dottor Waley, curatore di questo genere di manoscritti per la Biblioteca Britannica, afferma che “questi due manoscritti, redatti in caratteri Hijazi meravigliosi ed incredibilmente leggibili, quasi certamente sono da datarsi al tempo dei primi tre califfi”. Questi furono leader della comunità musulmana fra il 632 e il 656. Waley afferma che sotto il terzo califfo, Uthman ibn Affan, copie della edizione definitiva del Corano venivano già diffuse.
“La comunità musulmana non era sufficientemente ricca da poter accumulare pelli di animali per decenni e per produrre una copia completa del Corano ne servivano molte”. Waley sostiene quindi che il manoscritto trovato a Birmingham sia un “superstite prezioso” di una copia di quell’epoca o potrebbe anche essere più antico. “In ogni caso questa scoperta - insieme con la bellezza del contenuto e con una scrittura incredibilmente chiara - non può che rallegrare il cuore dei musulmani”.
Il manoscritto è parte della Collezione Mingana che include più di 3.000 documenti del Medio Oriente, raccolti negli anni Venti da Alphonse  Mingana, un sacerdote caldeo  nato vicino Mosul, nell’attuale Iraq. Egli fu sponsorizzato per intraprendere viaggi in Medio Oriente da Edward Cadbury, discendente di una dinastia cioccolatiera. (BBC; trad. it. Luisa Nitti/voceevangelica.ch)