Maschilismo e fondamentalismo

La Bibbia e il Corano sono nati in epoche in cui prevaleva un forte maschilismo. Oggi occorre leggere quei testi tenendo conto del contesto in cui sono sorti

21 maggio 2015

(André Comte-Sponville) Maometto, ci dicono, amava le donne. Il Corano afferma tuttavia la superiorità degli uomini - che si presume Dio prediliga -, la loro autorità sulle mogli, il loro diritto di relegarle in una camera, di “infierire” contro di loro, di “picchiarle” o di “correggerle” (a seconda della traduzione usata).

Maschilismo delle religioni
Avremmo torto a vedervi una confutazione dell'islam, altrimenti lo stesso varrebbe per la totalità delle grandi religioni o piuttosto contro di esse: tutte sono maschiliste o misogine, almeno per certi aspetti. Il fatto è che sono molto antiche e riflettono, nei loro testi sacri o fondamentali, l'ideologia, oggi arcaica, delle società patriarcali che le videro nascere. Nemmeno l'Ecclesiaste, che io amo tanto, sfugge alla regola – non più del resto della maggior parte dei filosofi dell'antichità. Ne prendiamo atto. Ma chi tra di noi potrebbe prendere questi testi completamente sul serio, aderirvi e sottomettervisi? Per farlo bisognerebbe essere tanto misogini quanto i loro autori o ben ciechi nei confronti della storia.

Importanza del contesto
È tutta questione di quella che gli esperti chiamano la “contestualizzazione”. Se leggiamo la Bibbia o il Corano come testi umani, storicamente e geograficamente collocati, se li interpretiamo a partire da ciò che sappiamo dell'epoca e del luogo in cui furono scritti, saremo spesso sensibili al progresso che questi testi apportavano rispetto alla situazione precedente e perdoneremo loro più facilmente di non corrispondere in tutto - ma come sarebbe possibile? - ai nostri ideali attuali. È un lavoro che la maggior parte degli ebrei e dei cristiani - quando questi ultimi leggono ancora la Bibbia - fanno da tempo. Ma il Corano, nella tradizione musulmana, è considerato la parola increata di Dio, di cui Maometto non sarebbe stato che il ricettacolo assolutamente fedele. È ciò che autorizza certi islamisti, o almeno lo credono loro, a prendere le prescrizioni coraniche alla lettera. Non corrispondono più alla nostra epoca? Allora è l'epoca che ha torto e che bisogna, anch'essa, “correggere”! Come potrebbe non essere reazionario il fondamentalismo, che prende il passato per fondamento?

Parola di Dio o degli uomini?
Molti musulmani, fortunatamente, sono coscienti del problema e invocano questa stessa contestualizzazione che gli integralisti rifiutano. Il Corano è la Parola eterna di Dio? Forse. Ma a trasmettercelo furono uomini, che lo compresero come poterono, in una determinata epoca storica, in un contesto sociale e culturale specifico, con tutto ciò che questo implica in quanto a mediazioni necessarie e possibili deformazioni. Per questo si presta a essere interpretato: come potremmo altrimenti comprenderlo? Impararlo a memoria? Liberi di farlo. Ma la memoria non ha mai preso il posto dell'intelligenza.
Malek Chebel ha ragione di volere “un islam illuminato”, che si riconcilierebbe con la modernità, perciò anche con la democrazia, la laicità e l'emancipazione delle donne. Questo ultimo punto non è meno importante degli altri, dai quali è del resto indissociabile.

Necessario sforzo di interpretazione
La democrazia presuppone l'uguaglianza di tutti i cittadini: come potrebbe accettare che si pretenda di sottomettere una metà dell'umanità all'altra?
Amare le donne? Se la si considera soltanto una questione di gusto o di orientamento sessuale, non è né un dovere né un delitto. La Repubblica non sa che farsene delle nostre preferenze erotiche. Ma come potrebbe accettare l'odio, il disprezzo, la discriminazione? Abbiamo il diritto di essere omosessuali, non di essere misogini. Più che di amare o no le donne, si tratta di battersi al loro fianco, per la libertà di tutti. Un saluto fraterno, dunque, alle femministe musulmane: la loro coraggiosa lotta è anche la nostra. (fonte; trad. it. G. M. Schmitt/voceevangelica.ch)