Come comprendere il conflitto tra sunniti e sciiti

Secondo il Pew Research Center il numero di musulmani dovrebbe crescere del 35% per raggiungere i 2,2 miliardi di fedeli da qui a 20 anni

10 marzo 2015

(Kimberly Winston) La corrente sunnita rappresenta l'85% dei musulmani, ma esistono altre correnti: alauiti, aleviti, drusi e kharigiti. Ma è soprattutto con gli sciiti, maggioritari in Iraq, che si decidono questioni strategiche, ravvivate dall'accresciuto potere dello Stato islamico.
Sunniti e sciiti sono le due principali correnti dell'islam. Sono in conflitto da oltre un millennio. Perché una divisione così antica continua oggi a influenzare politica interna, relazioni internazionali e conflitti? Recentemente dei militanti dello Stato islamico sunniti hanno condotto una sanguinosa guerra di conquista attraverso regioni dell'Iraq e della Siria, fino a toccare la Giordania, l'Egitto e la Libia. Sunnita è anche il gruppo Boko Haram, affilato a Al Qaeda, che combatte in alcune regioni dell'Africa.

Chi sono i sunniti e chi sono gli sciiti?
I due movimenti si riconoscono nell'islam e i membri di entrambi i gruppi sono musulmani. Sono legati allo stesso Corano e praticano gli stessi cinque pilastri dell'Islam: credere in Dio solo, pregare quotidianamente, digiunare, praticare la carità e il pellegrinaggio (hajj). I membri dei due gruppi venerano il profeta Maometto che fondò l'islam nel 620.
È possibile, in modo certamente imperfetto, paragonare la scissione tra sciiti e sunniti alle scissioni tra protestanti, cattolici e ortodossi nel cristianesimo. I tre gruppi sono cristiani, ma hanno punti di vista differenti sull'autorità nella chiesa, la teologia, i riti del culto e i santuari sacri. Cattolici e protestanti si vedono a volte gli uni gli altri come apostati, ma i conflitti sanguinosi appartengono generalmente al passato.

Che cosa c'è all'origine del loro conflitto?
Fondamentalmente i sunniti e gli sciiti hanno opinioni divergenti su chi è succeduto a Maometto dopo la sua morte nel 632. Per i sunniti si tratta di Abu Bakr, l'amico del profeta, mentre per gli sciiti il successore legittimo è Ali ibn Abi Talib, cugino e genero del profeta. Ali è diventato il quarto califfo, il capo spirituale dei musulmani, ma è stato assassinato e suo figlio è stato ucciso in battaglia, mettendo così fine alla successione diretta di Maometto. Per gli sciiti tutti i califfi dopo Ali sono falsi. Ma per i sunniti il capo dei musulmani può essere designato o eletto tra gli insegnanti qualificati dell'islam. Sunniti e sciiti non riconoscono dunque la stessa linea d'autorità a capo dell'islam.
Per questo l'annuncio del gruppo Stato islamico, o Daesh, da parte del suo capo Abu Bakr al-Baghdadi, che istituiva un “nuovo califfato”, l'estate scorsa, ha provocato una tale agitazione. Lo Stato islamico è un gruppo sunnita e il suo obiettivo dichiarato è di creare un territorio amministrato da un califfo e in cui viga la sharia, la legge islamica. In un video dello scorso giugno nel quale si annunciava il califfato, il gruppo ha descritto al-Baghdadi come “discendente della famiglia del Profeta, lo schiavo di Dio”, in un tentativo, forse, di legittimarlo agli occhi degli sciiti. Se questi ultimi o altri musulmani non riconoscono il nuovo califfato, lo Stato islamico li considererà apostati e potranno essere uccisi in applicazione della sharia.

Dove si trovano le due correnti
Esistono numerosi centri disseminati dell'una e dell'altra sfera d'influenza. La Siria è a maggioranza sunnita, ma il regime del presidente Bashar al-Assad è alleato stretto dell'Iran dominato dagli sciiti. (Assad stesso è alauita, un'altra piccola sfera d'influenza). L'Iraq è a maggioranza sciita, ma il nord del paese conta numerosi sunniti e lo Stato islamico vi ha fatto molte incursioni. Il confinante Iran è a maggioranza sciita, ma la vicinissima Arabia Saudita è a maggioranza sunnita. Yemen, Bahrein, Afghanistan, Pakistan e il Libano contano significative minoranze sciite. I sunniti rappresentano circa l'85% della popolazione musulmana mondiale.

Il conflitto risale a 1.400 anni fa, perché perdura?
Riassumendo per sommi capi, esiste una differenza nel ruolo del Corano e degli imam. Per i sunniti il Corano è un testo divino. L'imam, generalmente nominato da altri credenti, è percepito come una guida per la sua applicazione. Per gli sciiti, invece, l'imam, discendente di Maometto, trae la sua autorità direttamente da Dio.
Poi, all'inizio il conflitto era certamente religioso, ma è diventato politico. In Iraq l'esercito dominato dagli sciiti è stato molto utile all'ex primo ministro Nouri al-Maliki e ha agito come forza di oppressione verso il nord del paese a maggioranza sunnita. Per questo motivo in questa regione molti erano felici di vedere lo Stato islamico, a maggioranza sunnita, guadagnare terreno. E mentre lo Stato islamico cresce in forza e in numero, secondo gli esperti, i candidati alla jihad sono affluiti verso il nord della Siria dalla proclamazione del califfato, il conflitto tra sunniti e sciiti cresce d'intensità. (RNS/Protestinfo; trad. it. G.M.Schmitt/voceevangelica.ch)