Nel 2016 si celebra il Concilio panortodosso

Una difficile situazione di diritto canonico delle chiese ortodosse della Repubblica Ceca e della Slovacchia rallenta i preparativi

11 febbraio 2015

(ve/apd) Tanto il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, quanto il patriarca di Mosca, Cirillo I, hanno recentemente confermato che il concilio panortodosso, in preparazione da lungo tempo, sarà celebrato nel 2016.

Luogo e data sono stati fissati
Bartolomeo I ha spiegato - in una conferenza stampa tenutasi a Bruxelles, a margine di un congresso internazionale organizzato dall'Università di Lovanio - che il concilio avrà luogo, tra due anni, a Pentecoste. Il luogo previsto per l'assemblea è la chiesa di Santa Irene a Costantinopoli (Istanbul). Secondo il conteggio ortodosso si tratterà dell'8. Concilio ecumenico.
Il patriarca russo Cirillo I ha tenuto invece una relazione sull'imminente concilio panortodosso davanti alla conferenza episcopale russa ortodossa a Mosca. In quel contesto ha ricordato che in occasione della Synaxis panortodossa (una assemblea per scopi liturgici), tenutasi a Istanbul a marzo dell'anno scorso, la posizione del patriarcato di Mosca sulle questioni di principio relative al concilio è stata condivisa da molte altre chiese ortodosse autocefale. Nel documento conclusivo è stato quindi sottoscritto anche quel principio di decisione per consenso che viene auspicato da Mosca, da applicare tanto nel concilio stesso quanto nella fase preparatoria.

Problemi con la Chiesa ortodossa ceca e slovacca
Davanti ai vescovi russi ortodossi il patriarca Cirillo si è detto rammaricato che la commissione centrale interortodossa per la preparazione del concilio si sia incontrata finora soltanto una volta. Questa seduta ha avuto luogo dal 30 settembre al 3 ottobre 2014 a Chambesy, presso Ginevra. Un'altra seduta dovrebbe aver luogo prima della fine di febbraio.
In questo contesto il patriarca di Mosca ha espresso la sua preoccupazione che il patriarcato ecumenico non abbia esteso alcun invito a partecipare alle chiese ortodosse della Repubblica Ceca e della Slovacchia. Le modalità di voto nelle chiese ortodosse della Repubblica Ceca e della Slovacchia non sono al momento accettate da Costantinopoli, ma sulla base della decisione di marzo dell'anno scorso la partecipazione e il consenso di tutte le chiese ortodosse autocefale nella preparazione del concilio sono prescritti in modo vincolante. “Se l'imminente concilio vuole mostrare al mondo l'unità dell'ortodossia, è evidente che questo problema deve essere risolto il più presto possibile”, ha detto Cirillo I.

Dall'autonomia ortodossa alla libertà dei cristiani
Fra i temi chiave del concilio panortodosso sono stati citati tra gli altri la questione dell'autocefalia (autonomia) delle chiese negli Stati di recente costituzione (come la Macedonia o l'Ucraina, ma anche per esempio l'Abcasia), l'organizzazione della diaspora ortodossa ormai mondiale, i rapporti con le altre chiese cristiane, le questioni etiche e sociali del presente, la riforma del calendario liturgico.
Tanto Bartolomeo I quanto Cirillo I hanno espresso nel contesto dei preparativi per il concilio panortodosso la loro profonda preoccupazione per la situazione dei cristiani nel Vicino Oriente. A Bruxelles Bartolomeo I ha riferito di essersi incontrato personalmente con innumerevoli profughi cristiani per assicurare loro le sue preghiere e il suo sostegno. Nei colloqui è risultato chiaro quanto sia difficile oggi per i cristiani vivere nelle società a prevalenza musulmana. Con riferimento alla visita di papa Francesco a Costantinopoli in occasione della festa di Sant'Andrea Bartolomeo I ha sottolineato l'importanza dell'impegno di tutti i cristiani per la pace e per la riconciliazione nel Vicino Oriente e per un “dialogo costruttivo” con l'islam.

Attenzione all'islam e al Medio Oriente
Davanti ai vescovi russi ortodossi Cirillo I ha detto testualmente: “Centinaia di migliaia di credenti cristiani sono ostaggio della situazione nel Vicino Oriente o si vedono costretti a lasciare la regione. Davanti ai nostri occhi si svolge una tragedia, un genocidio della popolazione cristiana di quelle nazioni da cui la 'Buona notizia del Vangelo' si è diffusa in tutto il mondo”. Gli estremisti hanno cercato con l'uso della forza e l'uccisione di cristiani a causa della loro fede di cancellare fisicamente il cristianesimo. Purtroppo l'opinione pubblica mondiale non ha ancora afferrato l'ampiezza di questa tragedia.
La chiesa russa ortodossa è consapevole della propria responsabilità nei confronti dei cristiani nel Vicino Oriente e cerca “di aiutare in vari modi le sorelle e i fratelli sofferenti”, ha sottolineato il patriarca di Mosca. I cristiani orientali vedrebbero oggi la chiesa russa ortodossa e la Federazione Russa quali difenditrici dei loro interessi. Perciò è un dovere fare tutto il possibile “per assicurare la presenza cristiana nel Vicino Oriente”.