Il manzo di Kobe e la Mercedes S

I regimi alimentari particolari non sono più soltanto delle grandi mode mediatiche. L'alimentazione e il bere sono sempre di più il riflesso della nostra società

23 dicembre 2015

Gunther Hirschfelder, ricercatore culturale a Ratisbona, sostiene che “essere vegani o abbonati alla rivista Beef! esprime, a modo suo, il mondo nel quale si vorrebbe vivere”. Il ricercatore culturale a Ratisbona si interessa degli ideologi dell'alimentazione, dei vegani nelle birrerie bavaresi e degli appassionati del barbecue.

Perché l'alimentazione e il bere hanno una tale importanza oggi?
Gli stili alimentari costituiscono i nuovi stili di vita. Sullo sfondo di questo movimento vediamo disgregarsi i vecchi modelli di orientamento culturali, politici e religiosi del 20. secolo. Ci troviamo di fronte a una trasformazione fondamentale della società, che si allontana dal modello industriale, verso una nuova forma per la quale non abbiamo ancora trovato un nome.
Il nuovo sistema di riferimento nel quale oggi ci riposizioniamo ha per temi l'alimentazione e il bere. Oggi posso esprimere attraverso l'alimentazione e il bere ciò che dicevo ieri su temi religiosi o politici. Essere vegani o abbonati alla rivista Beef! esprime anche il mondo in cui si vorrebbe vivere. Oggi, in Germania, mangiare una fetta di manzo giapponese di Kobe è socialmente più rilevante che possedere la nuova Porsche o la nuova Mercedes classe S.

Questa constatazione non può valere per tutta la società. Che ne è della grande maggioranza della popolazione?
C'è un divario tra ciò che le persone dicono di mangiare e ciò che acquistano in realtà. Lo si può vedere in particolare nel consumo di carne. Quasi dieci milioni di persone dicono di essere vegetariane e tuttavia il consumo di carne non diminuisce, almeno non in maniera significativa.

Significa che la moda del vegetarianismo è sopravvalutata?
È una questione complessa. Oggi se vi recate in una birreria della Baviera e ordinate un piatto vegano verrete ancora guardati come un extraterrestre. Tuttavia all'università se uno è conosciuto come mangiatore di carne incontrerà la riprovazione di molte colleghe e colleghi.
Da un lato abbiamo gli ideologi dell'alimentazione che vogliono creare un mondo migliore attraverso il cibo. L'alimentazione diventa per loro un mezzo per concepire e organizzare il mondo. Dall'altro lato abbiamo coloro che vogliono migliorarsi. Vogliono rafforzare il loro corpo e allo stesso tempo procurarsi piacere. E infine abbiamo anche i campioni del barbecue della domenica. Non si concepiscono in opposizione ai vegetariani, ma fanno anche loro del cibo un tema privilegiato per esprimere il loro stile di vita.

Quale direzione sta prendendo questa evoluzione dell'alimentazione?
In futuro il tema del cibo continuerà a essere importante. Non credo che torneremo alle abitudini alimentari schifose degli anni '70 e '80. In ogni caso non credo che sia possibile fare un passo indietro. La storia della cultura gastronomica europea e mondiale ci insegna che in effetti ciò non è mai successo. Nessuno vorrebbe tornare alla dieta dell'inizio del 20. secolo o del 19. o addirittura del 1., perché tutte le cucine preindustriali erano povere e poco variate. Nessuno tornerebbe nemmeno alla dieta monotona degli inizi dell'epoca moderna, a base di pappa di cereali.

Che ruolo avrà in futuro il tema dell'alimentazione?
L'importanza che oggi rivestono i temi dell'alimentazione e del bere dipende anche dal fatto che non ci sono temi sociali ritenuti più importanti. Se la Germania scivolasse in una crisi economica, credo che dimenticheremmo ben presto il tema del cibo. Se questa crisi economica andasse di pari passo con una crisi politica, lo dimenticheremmo ancora prima. (intervista di Stephan Cezanne, EPD/Protestinter; trad. it. G. M. Schmitt)