L'islam quotidiano a fumetti

Una giovane artista musulmana tedesca dimostra, con i suoi disegni venati di humour, che il dialogo è possibile

23 dicembre 2015

(Anna Eckart) Le cose che disegna non sono fuori del comune. Una giovane donna che va a passeggio, beve tè e va in treno. Normalissime scene quotidiane. Immagini che mostrano l'artista con il foulard. “Disegnare è la mia passione”, dice Soufeina Hamed. Nelle sue opere si vedono ragazze con il capo coperto alle prese con i problemi di tutti i giorni. La maggior parte dei personaggi sono cresciuti tra due culture e non vogliono decidersi per l'una o per l'altra.

Da Soufeina a Tuffix
I personaggi di Hamed apprezzano il mese di digiuno islamico, fanno jogging e dialogano tra di loro. La ventitreenne rappresenta la vita così com'è nei suoi svariati aspetti. Quasi ogni volta la sua protagonista ha accanto un'amica esteriormente diversa da lei e che non indossa un foulard.
La giovane artista Hamed è nata in Tunisia, è cresciuta a Berlino e studia attualmente psicologia interculturale a Osnabrück. Nel 2009, mentre studiava per la maturità, con lo pseudonimo di “tuffix” comincia a postare i suoi disegni sulla piattaforma online per artisti “DeviantArt”. “Fu un'amica a suggerirmi l'idea. Ho trovato entusiasmante il riscontro che ho ottenuto”, racconta.

Cogliere lo spirito dei tempi
All'inizio erano immagini di una donna che legge un libro o cose così. Poi postò in rete un'illustrazione in cui una giovane musulmana è seduta in metropolitana e viene fissata come una aliena perché, come Soufeina Hamed, indossa un foulard. “L'immagine fu vivacemente discussa”, ricorda Hamed. “Anche molti musulmani dissero la loro”. Aveva toccato il tasto giusto e continuò a disegnare. L'interesse per la tematica e i suoi disegni fu immediato.
“Cominciai a inserire nei miei disegni argomenti religiosi e racconti”. Cosa che a tutt'oggi suscita molte reazioni diverse da parte di non musulmani e musulmani: “Le persone scrivono cose come: 'Bello, davvero straordinario' oppure: “Che Allah ti benedica” e sono cose che mi motivano nel mio lavoro”, rivela la giovane sorridendo orgogliosa.

Religione, cultura e humour
La fumettista prende però sul serio anche i commenti negativi e cerca di dar loro risposta: “In particolare quando mi accorgo che qualcuno nutre riserve sull'argomento non esito a farmi coinvolgere. E così con alcuni sono riuscita a smuovere qualcosa. “Raggiungo le persone in modo molto diverso. Esprimono più apertamente le loro sensazioni e le loro reazioni e si entra più in confidenza”. La giovane studentessa di Osnabrück è contenta quando può rispondere apertamente a domande e critiche. Perché alla base del suo lavoro c'è la comprensione reciproca. Ma c'è di più: “Questo talento è un hobby per me, ma non potrei più immaginarmi una vita senza disegnare”.
Le tematiche dei suoi fumetti non sono però soltanto religiose. E proprio questo rende la gamma dei lettori così incredibilmente ampia, rileva Reinhold Zwick, professore di teologia e didattica biblica presso l'università di Münster. I fumetti come forma d'arte e mezzo di comunicazione esistono già da tempo. “In particolare nel 19. secolo erano molto amati. Chiunque li capisce”.

Problemi grandi e piccoli
Il principio è semplice: si crea un disegno e lo si correda di frasi brevi ma significative. In questo modo i fumetti vengono utilizzati come strategia narrativa per veicolare un messaggio. “Si tratta quindi di un'ottima forma per mettere sul tavolo e affrontare con humour anche temi molto spinosi”, rileva Zwick.
Le illustrazioni, come quelle della giovane Hamed, non offrono in alcun modo una rappresentazione negativa della fede. “L'artista attinge con consapevolezza alle impressioni tratte dal proprio vissuto e le illustra”. Chi osserva i fumetti viene toccato dai teneri disegni, per poi esserne catturato e aver voglia di leggerne ancora. Ciò non toglie che vengano trattati anche temi seri. “Fumetti così diventano oggetto di moderna riflessione religiosa. Problemi grandi e piccoli ricevono pari attenzione”. Per Zwick illustrazioni come quelle della ventitreenne musulmana offrono una splendida occasione per confrontarsi liberamente con il tema della fede, ma anche con i simboli religiosi.

Religione e fumetto
“La giovane artista è riuscita a rappresentare e rimuovere pregiudizi tra le culture”. Il consiglio di Zwick è che non si limiti alla diffusione attraverso la rete e le mostre. “Dovrebbe poter raggiungere anche i bambini. Non sono fumetti provocatori e possono comunicare ai bambini un'immagine simpatica dell'Islam”. Secondo Zwick ciò dipende dal fatto che la protagonista risulta gradevole. “Anche a scuola pregiudizi e cliché possono essere tematizzati e affrontati in modo mirato”.
Hamed si rivolge allo stesso modo a giovani e anziani. Soprattutto ai giovani adulti i fumetti offrono, in combinazione con le reti sociali, uno spazio in cui confrontarsi sulla religione. “Far entrare in contatto gli uni gli altri in modo pacato sulla fede è un grande merito dell'artista”, sostiene Zwick. “Ad essere raggiunti non sono soltanto cristiani, ma anche persone non credenti”.
Che si sia credenti o no, i fumetti di Soufeina Hamed intendono rappresentare i musulmani come persone normali nella vita di tutti i giorni. Il suo desiderio è di custodire la propria cultura e accettare l'altra.