La RTS decapita l'approfondimento religioso

La direzione della Televisione della Svizzera Francese RTS ha annunciato ieri di voler sopprimere i magazine di approfondimento religioso

18 novembre 2015

(ve/gdp) Un taglio netto a tutte le trasmissioni che si occupano di informazione religiosa, sia radiofoniche, sia televisive, a partire dal 2017. Lo ha annunciato ieri a sorpresa la direzione della RTS. Ad essere toccati sono i due magazine radiofonici "A vue d’Esprit" e "Hautes Fréquences", e il settimanale televisivo "Faut pas croire". RTS lascerebbe al settore solo le emissioni che riguardano il culto.

Misure di risparmio inopportune
Dietro la scelta ci sarebbero delle ragioni finanziarie: anche la RTS infatti è chiamata a mettere in atto delle misure di risparmio pari al 3% del suo budget. Una decisione che però non va giù a Cath Info e Médias-pro, le due associazioni che producono le emissioni di RTS Religion e che, se i tagli diventassero realtà, vedrebbe in forse l’esistenza della redazione stessa.
La decisione appare incomprensibile - hanno fatto sapere i due organismi in un comunicato congiunto - anche alla luce dei recenti tragici attentati che hanno  toccato Parigi. In un momento nel quale il tema religioso è più presente che mai infatti, "sopprimere questi programmi significa non offrire più un’occasione di analisi della dimensione religiosa della società", afferma il comunicato stampa congiunto. 

Auspicata l'apertura di una trattativa
Secondo Cath Info e Medias-Pro, la scelta dichiarata dai vertici di RTS appare sproporzionata anche in relazione alle misure di risparmio generali. Le trasmissioni prodotte in collaborazione con i due enti - cattolico e protestante - sono infatti tra le meno costose del palinsesto. Le due associazioni si assumono inoltre una parte importante dei costi, come anche i salari dei produttori. "In queste circostanze è difficile non vedere una decisione che va oltre le ragioni economiche", hanno concluso i diretti interessati.
Nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata la replica di RTS, tramite la sua portavoce Barbara Stutz, che ha dichiaro che la tv romanda intende mantenere l’attenzione sui programmi religiosi, restando dunque aperta a rinegoziare le modalità e i finanziamenti nel 2016.

A sud delle Alpi
Il Giornale del Popolo, nella sua edizione odierna, fa sapere di avere contattato la Radiotelevisione della Svizzera Italiana per sapere quali intenzioni abbia Comano nei riguardi dei programmi religiosi in onda sulle reti RSI. Secondo il quotidiano cattolico, la RSI non sarebbe intenzionata a compiere tagli di questo tipo alle trasmissioni religiose, ecumeniche, in onda alla radio e sulla tv.